La vedova dell’ambasciatore Attanasio: “No alla pena di morte per gli assassini di mio marito”

Zakia Seddiki Attanasio che, attraverso la Fondazione Mama Sofia, da lei presieduta, chiede di risparmiare la vita a chi ha ucciso il marito e di scegliere l’opzione del carcere in sostituzione della pena capitale
Luca Attanasio, limbiatese, è stato ucciso in un agguato in Congo il 22 febbraio 2021

Un no deciso alla pena di morte per le cinque persone finite sul banco degli imputati per l’omicidio in Congo dell’ambasciatore limbiatese Luca Attanasio. E’ la richiesta della vedova Zakia Seddiki Attanasio che, attraverso la Fondazione Mama Sofia, da lei presieduta, chiede di risparmiare la vita a chi ha ucciso il marito e di scegliere l’opzione del carcere in sostituzione della pena capitale. Una presa di posizione che va controcorrente e che testimonia una volta di più quello che è lo spessore morale di una famiglia profondamente colpita dal fatto di sangue e che, tuttavia, al dolore non vuole aggiunge nuovo dolore.

Commemorazione Luca Attanasio: la moglie Zakia Seddiki
Commemorazione Luca Attanasio: la moglie Zakia Seddiki

La vedova di Luca Attanasio si sta muovendo a ogni livello

Quella della vedova Attanasio non è una semplice dichiarazione rilasciata ai giornali: attraverso il Governo sta cercando di mobilitarsi a ogni livello per evitare l’esecuzione nei confronti degli attentatori che avevano ucciso il marito, ma anche il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustafa Milambo. Non solo: la vedova, sempre attraverso la Fondazione Mama Sofia, ha anche lanciato una petizione sulla nota piattaforma Change.org per sensibilizzare l’opinione pubblica, affinché anche questa partecipi alla richiesta di sostituire la pena di morte con anni da scontare in prigione.

Zakia Seddiki Attanasio: “Luca era un uomo buono, era contro la pena di morte”

Ho accolto con dolore la richiesta di condanna alla pena di morte per gli imputati, nel processo in corso a Kinshasa, per l’assassinio di Luca, Vittorio e Mustafaspiega Zakia Seddiki Attanasio -. Luca era un uomo buono, mosso da profonde motivazioni umanitarie e di elevatissimi ideali ed era assolutamente contro la pena di morte. Ne avevamo parlato spesso e desidero testimoniarlo ora, di fronte a questa richiesta di condanna alla pena capitale. Chiediamo al Ministero degli Affari Esteri, che era la sua casa, e all’Ambasciata d’Italia a Kinshasa, parte civile nel processo, di trasmettere a chi dovrà emettere il giudizio, questo nostro desiderio, questo nostro appello. Luca avrebbe voluto proprio questo”.

Una immagine dal sito di “Mama Sofia”, con Luca Attanasio e Zakia Seddiki
Una immagine dal sito di “Mama Sofia”, con Luca Attanasio e Zakia Seddiki

Appello della vedova di Luca Attanasio al tutto il popolo web: “La votra firma contro la pena di morte”

L’appello della vedova Attanasio è per tutto il popolo del web: “Attraverso l’associazione Mama Sofia, ideata e fortemente voluta da Luca – scrive pubblicamente -, vi chiedo di aggiungere la vostra firma contro la pena di morte in questo processo e più in generale nel mondo. Sono convinta che sia il modo giusto di onorare la memoria di Luca e di promuovere quegli ideali di amore per l’umanità cui egli si è sempre ispirato”. La Fondazione Mama Sofia è stata istituita proprio con lo scopo di sollecitare istituzioni, governi e organizzazioni nazionali e internazionali a garantire il rispetto dei diritti umani, civili, sociali e politici di ogni individuo. La richiesta di dire no alla pena di morte è pienamente coerente con gli scopi della fondazione, ma di certo colpisce il fatto che sia proprio la vedova a condurre con decisione questa battaglia per risparmiare la vita a chi ha ucciso il marito. La petizione online sta andando a gonfie vele. Quando è stata lanciata l’obiettivo era quello di arrivare a mille sottoscrizioni, ma la quota è stata velocemente superata.