Un ennesimo rinvio, questa volta per motivi di salute del giudice, per il processo a Roma per l’omicidio di Luca Attanasio, l’ambasciatore in Congo nato e vissuto a Limbiate e del carabiniere Vittorio Iacovacci, oltre all’autista straniero, uccisi in quel Paese africano il 22 febbraio 2021. L’udienza preliminare, fissata per il 1 dicembre, è rinviata al prossimo 21 dicembre: imputati per falso e omicidio colposo due dipendenti del Programma alimentare mondiale (Pam), agenzia dell’Onu, che avevano organizzato la missione africana durante il quale i due italiani furono uccisi.
Omicidio Attanasio: le accuse ai due dipendenti del Pam
Si tratta di Rocco Leone, all’epoca vicedirettore del Pam in Rd Congo, e Mansour Luguru Rwagaza, la cui posizione è stata stralciata, poiché il funzionario risulta irreperibile. In particolare i due indagati sono accusati di avere “attestato il falso, al fine di ottenere il permesso dagli uffici locali del Dipartimento di sicurezza dell’Onu, indicando nella richiesta di autorizzazione alla missione, al posto dei nominativi dell’ambasciatore Attanasio e del carabiniere Iacovacci, – spiegò una nota della Procura– quelli di due dipendenti Pam così da indurre in errore gli uffici in ordine alla reale composizione del convoglio e ciò in quanto non avevano inoltrato la richiesta, come prescritto dai protocolli Onu, almeno 72 ore prima“.
Omicidio Attanasio: il sit.in a Monza a sostegno della famiglia
Una vicenda giudiziaria che si trascina da tre anni con non pochi strascichi. Gli amici di Luca in Brianza, organizzati in un’associazione hanno tenuto un sit in davanti all’ Arengario di Monza in sostegno della famiglia Attanasio e per chiedere giustizia, ma quello che fa male è la decisione del Governo Italiano di non costituirsi parte civile in questo processo.
Decisione criticata dai parenti di Luca, in particolare il papà Salvatore Attanasio, che sottolinea: “Non solo il Governo non si costituisce parte civile, mentre lo ha fatto per vicende in cui non sono nemmeno coinvolti cittadini italiani – ha detto – ma nemmeno l’Onu ha deciso di far rinunciare all’immunità i due funzionari: ci sentiamo soli“. In realtà la vicenda Attanasio ha visto un primo processo celebrato in Congo la scorsa primavera, con sei imputati (di cui uno tuttora latitante) condannati all’ergastolo come esecutori materiali dell’assalto al convoglio che costò la vita a Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo. In quel caso il governo italiano si era costituito parte civile.