Il consiglio comunale di Monza compatto si stringe idealmente attorno a Ilaria Salis, la trentanovenne monzese detenuta da quasi un anno in Ungheria in condizioni disumane in attesa del processo con l’accusa di aver partecipato all’attacco contro alcuni neonazisti durante una manifestazione. Lunedì 19 febbraio l’aula, dopo un paio di sospensioni, ha votato all’unanimità una mozione frutto della mediazione tra il testo illustrato dal democratico Lorenzo Gentile e l’integrazione chiesta a nome delle minoranze da Martina Sassoli del Gruppo misto.
Monza: mozione unanime in consiglio per Ilaria Salis, il confronto e le richieste
L’assemblea, al termine di un confronto dai toni pacati lontano anni luce da quelli che nelle scorse settimane hanno segnato il dibattito a livello nazionale, con 28 voti ha dato mandato al sindaco Paolo Pilotto di sollecitare il Governo guidato da Giorgia Meloni a intervenire nei confronti dell’esecutivo ungherese affinché, come previsto dalle convenzioni internazionali, Ilaria Salis possa trascorrere la custodia cautelare nel nostro Paese e partecipare in videoconferenza alle prossime udienze del processo, a partire da quella in programma per fine marzo.
Fin qui la parte del testo elaborata dal centrosinistra seguita dall’aggiunta vergata dalle opposizioni secondo cui il Governo «laddove non fosse possibile» il trasferimento in Italia dovrebbe chiedere che venga garantito alla nostra concittadina un «trattamento carcerario nel pieno rispetto dei diritti umani».
I consiglieri di entrambi gli schieramenti, hanno precisato, non intendono scagliarsi contro i giudici ungheresi, ma invocare la tutela della dignità dei detenuti.
Monza: mozione unanime in consiglio per Ilaria Salis, il sindaco Pilotto
«Il mio compito – ha affermato il sindaco Paolo Pilotto – non sarà quello di innescare una prova muscolare facendo un confronto tra la storia del diritto italiano e la condizione di quello ungherese».
Monza: mozione unanime in consiglio per Ilaria Salis, Paolo Piffer e il sovraffollamento delle carceri italiane
Paolo Piffer di Civicamente ha allargato il discorso alla situazione delle carceri italiane: «Siamo nelle condizioni di dare lezioni ad altri paesi su come gestire un sistema penitenziario e garantire una pena dignitosa? – ha domandato – ogni anno l’Italia viene multata dalla Corte Europea per centinaia di milioni di euro per il sovraffollamento delle celle» e ci sono detenuti che, una volta scontata la pena, domandano il risarcimento dei danni in quanto sono stati reclusi in spazi angusti e con carenze di ordine sanitario.
«Non dobbiamo paragonarci ai peggiori paesi per sentirci più capaci – ha aggiunto – da questa mozione e dai commenti sentiti alla fiaccolata del 5 febbraio mi sembra che si trascuri un po’ troppo la situazione tragica in cui ci troviamo. Spero che con la stessa determinazione e lo stesso coraggio i consiglieri iscritti ai grandi partiti chiedano una pena che non vada contro la dignità della persona anche per le migliaia di detenuti che in Italia vivono in condizioni non dignitose».