Monza: le cellule intelligenti che attaccano la leucemia mieloide acuta

Scoperta del Centro di Ricerca Fondazione Tettamanti di Monza con l’università di Perugia: linfociti ingegnerizzati contro la leucemia mieloide acuta.
Fondazione Tettamanti Tettamanti Biondi Rotiroti
Fondazione Tettamanti Tettamanti Biondi Rotiroti

Linfociti ingegnerizzati per aggredire le cellule malate di leucemia mieloide acuta, ma ben tollerati dai tessuti sani. È la nuova scoperta, appena pubblicata sulla prestigiosa rivista Blood Advances, a cura del Centro di Ricerca Fondazione Tettamanti di Monza insieme all’università di Perugia.

Monza: le cellule intelligenti che attaccano la leucemia mieloide acuta, lo studio coordinato dalla Fondazione Tettamanti

Lo studio coordinato dalla Fondazione Tettamanti ha sviluppato delle cellule CAR-CIK capaci di riconoscere e aggredire le cellule generate dalla leucemia mieloide acuta, una patologia aggressiva che provoca ricadute nel 70% circa dei pazienti adulti e nel 30% dei bambini trattati con le terapie oggi in uso.

Già da qualche anno le nuove frontiere della terapia sono  rappresentate dall’immunoterapia con cellule CAR-T che consiste nell’infusione nei pazienti di linfociti T, dei pazienti stessi, modificati geneticamente in laboratorio. Tali recettori sono in grado di riconoscere particolari bersagli (in gergo antigeni) sulle cellule tumorali e di eliminarle. Questa terapia innovativa ha mostrato finora eccellenti risultati nella leucemia acuta linfoblastica, mentre nella leucemia mieloide acuta (LMA), la forma più comune negli adulti, ha ancora molte limitazioni. Ciò accade perché nella LMA non sono ancora stati individuati antigeni specifici, necessari alle cellule CAR-T per attivarsi e uccidere le cellule bersaglio.

Monza: lo studio sviluppa dei linfociti modificati speciali

Gli antigeni identificati finora si trovano infatti anche su alcune cellule sane, come le cellule staminali emopoietiche, con il rischio quindi di effetti avversi, anche fatali, in caso di distruzione di queste cellule molto utili all’organismo. Poiché gli antigeni bersaglio si trovano però in quantità maggiori sulle cellule leucemiche rispetto alle cellule sane, la Fondazione Tettamanti ha coordinato uno studio per sviluppare dei linfociti modificati speciali, chiamati cellule CAR-CIK (Cytokine Induced Killer), in grado di “smascherare” le cellule leucemiche, preservando quelle sane.

Università Perugia Perriello FaliniUniversità Perugia Perriello Falini
Università Perugia Perriello Falini

I risultati dello studio sono stati ottenuti per ora in cellule in coltura e in animali di laboratorio,ma rappresentano un passo avanti significativo verso lo sviluppo di una terapia efficace e tollerabile contro la leucemia mieloide acuta (LMA) dei bambini e degli adulti, recidivante o refrattaria ai trattamenti convenzionali.

Monza: utilizzate cellule CAR-CIK dal sangue di un donatore

A differenza di quelli già in uso nella terapia CAR-T (dove vengono prelevati e modificati i linfociti T dei pazienti), in questo studio sono state utilizzate le cellule CAR-CIK, estratti dal sangue di un donatore (e non più dal paziente) attraverso un processo più semplice e meno costoso che non richiede, peraltro, l’utilizzo di vettori virali.

Monza: le cellule intelligenti che attaccano la leucemia mieloide acuta, «elevato pontenziale terapeutico»

«L’approccio con cellule CAR-T ingegnerizzate ha dimostrato un elevato potenziale terapeutico in diverse malattie oncoematologiche recidivanti o refrattarie alle terapie convenzionali, migliorando la sopravvivenza dei pazienti – spiega Andrea Biondi, direttore scientifico della Fondazione Tettamanti e dell’Irccs San Gerardo – purtroppo, la loro applicazione nel trattamento della leucemia mieloide è stata limitata dall’assenza sulla membrana delle cellule leucemiche di un antigene sufficientemente specifico contro cui indirizzare le ‘cellule terapeutiche’ CAR-T. Colpire singolarmente tali bersagli con cellule CAR-CIK citotossiche si tradurrebbe in effetti collaterali inaccettabili per i pazienti».

«Per superare questo ostacolo – spiega Sarah Tettamanti, ricercatrice della Fondazione Tettamanti e last author dello studio – abbiamo pensato di costruire delle cellule CAR-CIK dotate di due recettori di membrana specifici in grado di riconoscere in modo selettivo le cellule leucemiche  e di distruggerle, senza aggredire le cellule sane».