In quel nome c’è gran parte della sua vita. Perché Giovanni Tedesco, classe 1937, fondatore e titolare della Carrozzeria Tripolina di Monza, proprio in Libia ha avviato con successo la sua avventura imprenditoriale fatta di sacrifici e di dedizione al lavoro. Da oltre mezzo secolo la «sua» azienda opera in via Silvio Pellico. Un compleanno che è stato festeggiato con l’assegnazione del premio Apa Confartigianato Motori. Un meritato riconoscimento per la costanza che Tedesco ha sempre messo nell’inseguire il suo sogno.
Prima della Tripolina i Tedesco emigrati in Libia per un futuro migliore
Un’impresa non facile, perché Tedesco, nato a Roncadelle in provincia di Treviso, a soli 8 mesi, primogenito di papà Primo e mamma Maddalena, si ritrova neonato in Libia. Allora, infatti, gli emigranti eravamo noi. La Libia diventa la meta di tanti italiani che cercano in Africa un futuro migliore. La prima tappa è Bengasi, in Cirenaica. La famiglia Tedesco lavora nell’agricoltura. Ma il piccolo Giovanni ha altre ambizioni, altri progetti. Infatti, quando la famiglia di trasferisce nei pressi di Tripoli, inizia a lavorare giovanissimo in un’officina.
Il colpo di Stato e l’arrivo a Monza, nasce la Tripolina
Un precoce, ma utile praticantato che gli permetterà, a soli 20 anni, di mettersi in proprio e di aprire una carrozzeria-officina. Giovanni è un lavoratore instancabile e la sua tenacia viene premiata: l’attività si espande, grazie anche alla collaborazione del fratello Silvio e del cognato Pietro. I dipendenti sono una decina. Giovanni prende pure parte al rally Tripoli-Tobruk-Tripoli. Tutto, però, cambia drammaticamente dopo il colpo di stato di Gheddafi. Gli italiani devono abbandonare la Libia. Nel 1970 Giovanni, la moglie Irma e il figlio Tiziano arrivano a Monza. Nel 1971 Tedesco ristruttura un capannone dismesso in via Pellico con l’entusiasmo di sempre. Il nome Tripolina glielo suggerisce l’amico Battista Lanzanova. L’attività ora è gestita dai figli Tiziano, Tatiana e Tania. «Ho sempre dato – precisa – grande importanza alla famiglia. Certi risultati li abbiamo ottenuti grazie alla nostra unità».