Monza: condannato l’uomo che aveva minacciato di darsi fuoco al pronto soccorso dell’ospedale San Gerardo

È stato condannato l’uomo che a giugno era entrato al pronto soccorso del San Gerardo e, dopo essersi cosparso di benzina, aveva minacciato di darsi fuoco.
MONZA Pronto soccorso
MONZA Pronto soccorso Fabrizio Radaelli

Un anno e 10 mesi, senza la condizionale, per il 50enne che a giugno è entrato al pronto soccorso del San Gerardo e, dopo essersi cosparso di benzina, ha minacciato di darsi fuoco. Condanna pronunciata martedì dal gup Federica Centonze, al termine del processo celebrato col rito abbreviato (sconto di un terzo della pena) che ha accolto quasi integralmente la richiesta della procura a due anni. Il reato contestato all’uomo era stalking nei confronti di una donna che lavorava come inserviente al San Gerardo.


LEGGI Monza: uomo minaccia di darsi fuoco all’ospedale San Gerardo, pronto soccorso chiuso per tutta la notte – FOTO

L’uomo, un 50enne con problemi psichici, a fine giugno è entrato nei locali del pronto soccorso, oltre al varco di ingresso nel quale, solitamente, avviene la prima valutazione dei pazienti bisognosi di cure da parte degli operatori sanitari. A quel punto si è bagnato con del liquido infiammabile, e, con un accendino in mano, ha minacciato di darsi fuoco. Immediato era stato l’arrivo di polizia e carabinieri, che dopo aver evacuato la zona, non senza fatica, viste le precarie condizioni di tanti utenti presenti in quel momento, avevano cominciato una specie di trattativa. Molti testimoni, tra l’altro, avevano ripreso la scena con i telefonini. Era stata chiamata anche una psichiatra per cercare di stabilire un contatto con l’uomo, che non voleva parlare con nessuno.
Areu, per motivi di sicurezza, aveva dirottato i mezzi di soccorso e gli utenti in arrivo su altri ospedali. Il dirigente del Commissariato di Monza Angelo Re aveva avviato un contatto con l’uomo, per convincerlo a consegnare l’accendino. La polizia, infine, era riuscito a bloccarlo.

Da quanto emerso successivamente, l’autore del gesto folle, pregiudicato, aveva avuto un relazione con una dipendente di un’agenzia interinale, che lavora appunto come inserviente al San Gerardo. In altre occasioni prima di allora, ma mai in ospedale, si era reso protagonista di gesti dimostrativi analoghi. Per lui era stato attuato un trattamento sanitario obbligatorio. Di seguito gli inquirenti avevano ricostruito una serie di telefonate e messaggi nei confronti della donna, ed era finito in carcere per stalking.