La riqualificazione dell’area ex Philips di Monza potrebbe portare in dote un parcheggio interrato da almeno 500 posti al servizio dei passeggeri della metropolitana lilla: la richiesta sarà avanzata dalla giunta alla società Cima che il 12 ottobre ha presentato la proposta di massima per il recupero della vasta area compresa tra le vie Philips e Guerrazzi.
«Su questo punto siamo pronti a confrontarci con il privato – afferma l’assessore all’Urbanistica Marco Lamperti – la fermata di viale Campania sarà a 150 metri di distanza» dal complesso e l’amministrazione intende cogliere al balzo l’occasione costituita dalla riqualificazione del vecchio stabilimento per creare le infrastrutture che consentano di raggiungerla senza appesantire la viabilità locale: proprio per questo è disponibile a lasciare all’operatore la gestione del silo e i relativi ricavi.
Are ex Philips di Monza: cosa chiede del Comune
Nei prossimi mesi i progettisti che hanno immaginato il nuovo volto del comparto dovranno aggiustare il tiro: dovranno rivedere i confini dell’insediamento in modo da farlo rientrare nel perimetro ammesso dal Piano di governo del territorio ed evitare, così, l’avvio di una variante che allungherebbe i tempi dell’approvazione del disegno. In realtà, spiega Lamperti, le correzioni domandate su questo fronte sono minime: l’operatore, come evidenziato dalla giunta il 23 marzo, dovrà però aumentare al 30% la quota di residenza convenzionata e affiancare ai campi da paddel una parete di arrampicata e altre attrezzature sportive all’aperto che possano essere utilizzate anche dalle scuole e dalle società.
Area ex Philips di Monza:
La giunta è, inoltre, orientata a chiedere l’eliminazione della prevista scuola dell’infanzia da 364 metri quadri in grado di ospitare 50 bambini e la sua sostituzione con un asilo nido che, ipotizza l’assessore, potrebbe essere realizzato in un’altra zona della città. Un’altra proposta di modifica potrebbe interessare il vasto parco recintato che da via Puglia arriverà in via Philips: la società, si legge nella delibera, invece di cederlo all’ente potrebbe mantenerne la proprietà e costituire una servitù d’uso pubblico. La soluzione permetterebbe a piazza Trento e Trieste di non dover garantire la manutenzione che rimarrebbe a carico del privato.
Dovrebbero, invece, superare abbastanza agevolmente l’esame di piazza Trento e Trieste l’albergo con la spa aperta al pubblico e la fattoria verticale. «Ora – conclude Lamperti – illustreremo la proposta di massima in commissione e apriremo la fase di negoziazione con il privato: se troveremo punti di incontro su tutte le questioni aperte la società potrebbe presentare il piano vero e proprio entro l’autunno».