Drusilla Foer accompagna lo spettatore in un viaggio alla scoperta di Julius, Pippo, Laura e Luigi: persone dotate di un’eccezionale sensibilità che riescono a trasmettere i propri sentimenti nonostante la Sla, una malattia che li tiene prigionieri nel proprio corpo. Grazie alla lettura dei loro pensieri, per opera di familiari e grazie alla collaborazione di attori come Aldo Baglio, Francesca Cavallin, Antonio Ornano e Giancarlo Ratti sarà possibile conoscere da vicino le loro vite. A completare le loro storie ci saranno le testimonianze di amici e familiari, tra questi Mario Calabresi grande amico di Laura.
In tv il docufilm sulla Sla girato al parco di Monza: “Con un battito di ciglia su Rai 3”
Tutto questo è racchiuso nel documentario “Con un battito di ciglia”, non solo un racconto che parla di Sla ma è un viaggio che fa riflettere su quanto sia importante esprimersi e comunicare con gli altri per rimanere sempre vivi e presenti.
La presentazione di questo lavoro è stata la scorsa settimana a Milano, alla presenza dei protagonisti mentre martedì 18 giugno, in occasione della giornata mondiale della Sla (21 giugno), il documentario va in onda su Rai3 dopo le 23.
In tv il docufilm sulla Sla girato al parco di Monza: il progetto
Dietro la macchina da presa di questo lavoro Marco Falorni (alla regia) e Andrea Frassoni, entrambi di Libero Produzioni, che hanno lavorato in collaborazione con Rai Documentari.
«Proprio dalla collaborazione con Rai è nata l’idea di realizzare un prodotto dedicato alla “fragilità” noi ci siamo concentrati sulla Sla, una malattia difficile – racconta Andrea Frassoni – complessa da rendere con delle immagini perché i nostri protagonisti faticano ad esprimersi. Così è nata l’idea di raccontare le loro storie attraverso degli attori e per mano dei loro cari o di alcuni familiari. Con La Meridiana avevamo già lavorato e collaborato in passato quindi è stato spontaneo coinvolgerli nel progetto».
In tv il docufilm sulla Sla girato al parco di Monza: un viaggio alla scoperta dei protagonisti
Un’idea che si è concretizzata in pochi mesi, tutta interamente girata nel parco di Monza, che racconta la vita di persone comuni colpite dalla malattia, come dice Antonio Ornano, in un momento del documentario, leggendo le parole di Julius: “La Sla rovina la vita a te alla tua famiglia e non insegna niente se prima eri resiliente sarai più resiliente”.
Non solo la storia dei protagonisti ma anche i racconti di chi vive con loro, condivide le loro fatiche quotidiane, figli, mogli, mariti, amici. «La Sla è una malattia invalidante che può far rabbia ma anche paura – continua Frassoni – per questo abbiamo deciso di “accompagnare” lo spettatore alla scoperta dei nostri protagonisti chi sono e come vivono oggi con la malattia. Non è stato semplice, gli stessi attori si sono sentiti coinvolti c’è molta empatia nei racconti ma anche molta realtà. Per tutti noi è stato un lavoro molto bello, fatto in team che ci ha permesso di “dare voce” anche a chi oggi, per la malattia, non ne ha più o usa quella di un computer».