Il consiglio comunale di Monza nomini una commissione bipartisan che adegui il regolamento dell’aula e consenta di partecipare alle sedute da remoto. La richiesta, firmata dalle formazioni di minoranza, punta a evitare che altre donne debbano dimettersi dopo la nascita di un figlio, come ha fatto la democratica Francesca Dell’Aquila.
Caso Dell’Aquila, le minoranze a Monza: «Necessità di lavorare sul regolamento»
«C’è la necessità di lavorare sul regolamento, almeno sulle parti vetuste – afferma Francesco Cirillo del Gruppo misto, primo firmatario della proposta – non ne faccio un discorso di parte: non è più tollerabile che le mamme debbano essere costrette a rinunciare all’impegno civico o a limitarlo nonostante ci siano gli strumenti per superare questa impasse».
«La politica – nota la sua collega di banco Martina Sassoli – capisca che mentre il mondo cambia non può restare ferma al palo. In un frangente in cui Teams, Zoom e tutte le piattaforme avvicinano i continenti, Monza ha ancora il gettone telefonico in mano».
Caso Dell’Aquila, le minoranze a Monza: sfruttare le nuove tecnologie
Le nuove tecnologie, aggiungono i due consiglieri di opposizione, consentono di facilitare i lavori in caso di malattia, di impegni lavorativi fuori Monza o di maternità che rendono impossibile intervenire alle riunioni. Il regolamento, suggeriscono, potrebbe essere rivisto «almeno in quella parte che riguarda le nuove tecnologie introducendo casistiche di partecipazione online, quando sussistano accertate condizioni, che non potevano essere pensate» una decina di anni fa, quanto il testo è stato redatto.