Medici di famiglia: la situazione rimane fosca a causa della carenza di camici bianchi che in molti comuni sta creando pesanti disagi ai cittadini: il problema si è riacutizzato a luglio quando, secondo i dati forniti da Ats, in Brianza 17.000 persone sono rimaste senza dottore sia a causa dei pensionamenti sia per i trasferimenti dei professionisti in altre regioni, in alcuni casi senza alcun preavviso.
«Qualche giorno fa – afferma Carlo Maria Teruzzi, presidente dell’ordine dei medici brianzoli – a un convegno sulle case di comunità organizzato a Vimercate la gente si lamentava e ha ragione. Ats ha tamponato i buchi in città come Limbiate e Brugherio estendendo alle ore diurne il servizio di guardia medica: in questo modo viene garantita la prescrizione delle ricette e degli esami ma non il contatto continuo con i pazienti».
Carenza medici in Brianza: il presidente dell’Ordine ha scritto a neolaureati
Per provare a tappare qualche falla a luglio il presidente dell’ordine ha scritto una lettera alla cinquantina di neo laureati delle università Bicocca, Statale, San Raffaele e di Pavia invitandoli a mettersi a disposizione dell’Ats per effettuare i turni di guardia medica e le sostituzioni dei medici di famiglia, negli ospedali e nelle residenze per anziani: in pochi, però, hanno risposto all’appello. «Da anni mancano i giovani – commenta Teruzzi – con le nuove norme un numero limitato di pazienti può essere affidato anche a chi è al primo anno del corso di formazione ma in pochi hanno aderito all’ultimo bando pubblicato». Di recente alcuni posti vacanti sono stati coperti da professionisti in fuga dagli ospedali, tra cui un primario proveniente dal San Raffaele: «Non è la prima volta che accade – aggiunge il responsabile dell’ordine provinciale – da tempo anche tra le corsie si avverte parecchio malessere a causa della carenza di personale, come dimostrano i turni coperti da cooperative esterne in alcuni pronto soccorso».
Carenza di medici di base in Brianza: “Serve meno burocrazia”
Per cercare di invertire la rotta e rendere più attrattiva la professione, suggerisce, è necessario ridurre la burocrazia che costringe i medici di base a sottrarre parecchie ore al giorno ai loro pazienti per compilare pigne di moduli e che disincentiva le nuove generazioni a intraprendere la carriera. Sarebbe, inoltre, indispensabile semplificare i bandi per accedere alla professione: «La soluzione per aumentare il numero dei dottori – esclama – non è certo quella adottata in Calabria dove sono stati arruolati 500 operatori cubani» grazie a un accordo di collaborazione sottoscritto dalla Regione con la società dei medici del paese caraibico, criticato da molti professionisti e da associazioni di categoria. Inizialmente dovrebbero entrare in servizio i camici bianchi che parlano la nostra lingua che successivamente dovrebbero essere affiancati dai loro colleghi al termine di un corso di italiano.
Trasformazione San Gerardo in Irccs non modificherà l’accesso alle cure
La trasformazione del San Gerardo in Irccs non dovrebbe mutare le modalità di accesso alle cure per i pazienti: Teruzzi stempera le preoccupazioni che da anni accompagnano l’iter per la nascita dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico.
«Non abbiamo motivo di pensare – spiega – che l’assistenza specialistica e la medicina generale subiranno qualche modifica. Noi continueremo a far riferimento all’Ats anche se qualche funzione potrebbe essere attribuita agli ospedali». Nei prossimi mesi, aggiunge, sarà chiarito se nella nostra provincia la medicina territoriale continuerà a far capo sia al San Gerardo che al presidio di Vimercate o se saranno trasferite a quest’ultimo anche le competenze relative all’ambito sanitario di Monza.