Un’opportunità per far conoscere quella grande novità di fede che ha segnato la vita di tanti nella Chiesa e anche nella società più in generale. A tratteggiare il ritratto di don Luigi Giussani, una figura che ha segnato in maniera profonda la Chiesa dello scorso secolo, è stato il caratese ed ex professore universitario di Igiene Giancarlo Cesana che fu tra i fondatori, insieme al sacerdote desiano, del movimento di Comunione e liberazione.
Il centenario della nascita di don Giuss, ne parla Cesana
Proprio dalla sua profonda conoscenza di don Giussani, Giancarlo Cesana ha potuto descriverne la figura in modo intimo e appassionato. In occasione del centenario della nascita del don Giuss (1922) il centro culturale «Charles Péguy Alta Brianza», giovedì scorso, ha organizzato l’incontro “Ed io che sono? La risposta in un incontro”, una conversazione tra Cesana e Fabrizio Pellizzoni, fra i promotori dell’evento, che ha richiamato un pubblico molto numeroso.
Cesana ha ricordato il clima della fine degli anni Sessanta quando «c’era fermento, eravamo nelle università occupate, i seminari si svuotavano e la confusione aumentava. Io ero di sinistra ma quel disorientamento mi stava allontanando dal cristianesimo. Ascoltai la voce di quel prete ragionare sulla ricerca del senso della vita, sul metodo per arrivarci. Fu come farsi aprire gli occhi dalla forza della verità» . In quel contesto nasce un’amicizia sempre più profonda.
Giancarlo Cesana: “Don Gius non ti lasciava stare, non ti abbandonava”
«Don Giussani fu capace di essere un fattore di sprone. Non ti lasciava stare, non ti abbandonava. Piuttosto ti coinvolgeva, ti commuoveva Sono un vecchio uomo di parte, diceva di sé don Giuss. Si interessava di politica e si schierava. Nel movimento molti votavano per il partito comunista, ma lui insisteva: occorre votare Democrazia cristiana per ottenere l’unità politica dei cattolici. Dio è tutto in tutto, Cristo è tutto in tutti. La prima parte della frase ammonisce alla ricerca del senso di tutto ciò che esiste in Dio, lasciando perdere le illusioni nichiliste e panteiste; la seconda parte traccia nella figura di Cristo presente nella comunità la strada per ascendere a Dio».
Proprio sulla presenza divina «attraverso l’amicizia fra gli uomini» si è soffermato Cesana perché il «don Giuss ci ha sempre sfidato circa il fatto che puoi anche non credere al Paradiso ma è da persone poco intelligenti non cercare di capire che, seguendolo, avrai il centuplo quaggiù. Se hai cento più occasioni o cento più amici sarai sempre più ascoltato e aiutato».