«Monza avrà la pista più bella di Formula 1 e il circuito tecnologicamente più avanzato al mondo». Lo dice Maurizio Crispino, docente del Politecnico di Milano in infrastrutture per i trasporti è progettista e direttore dei lavori da 21 milioni di euro per il restyling dell’autodromo per la società Mci. In curriculum vanta collaborazioni importanti: «Abbiamo fatto l’asfaltatura delle piste di Linate – dice – Malpensa, Orio al serio. L’aeroporto di Venezia e Genova, ma anche il circuito di Misano dove corre il MotoGP».
Autodromo di Monza, i lavori: le parole chiave del progetto
C‘è differenza tra una pista per moto e auto?
«Certamente sì. Ci sono differenze tecniche importanti. La pista di Monza avrà un asfalto di ultima generazione, deve essere performante, sicuro, garantire l’aderenza. Useremo molto materiale riciclato nel rispetto dell’ambiente. Nelle miscele useremo del fresato riciclato e lo stesso materiale che porteremo via da Monza sarà impiegato altrove per un vero riciclo».
Quali sono le parole chiave del progetto?
«Sicurezza, sostenibilità, prestazioni. I lavori servono per la sicurezza di piloti e spettatori, lavoriamo nel più grande rispetto per l’ambiente utilizzando il più possibile materiale riciclato, la nuova pista dovrà garantire le migliori prestazioni in termini, per esempio, di aderenza».
Qualche numero?
«Dovremo riqualificare 78mila metri quadri di pista, 135 metri di sviluppo lineare dei sottopassi, 470 metri di rampa dei sottopassi. Saranno demoliti 15mila 500 metri cubi di pista, 5.700 metri cubi di sottopassi. Ricostruiamo con 23mila metri cubi di strati di fondazione e 17mila metri cubi di strati in conglomerato bituminoso ad elevate prestazioni».
I tempi sono stretti come saranno rispettati?
«La ditta Bacchi che si è aggiudicata i lavori ha garantito 150 operai e la disponibilità a lavorare su tre turni, sette giorni su sette per arrivare ai primi di giugno con il cantiere chiuso».
È solo alla direzione dei lavori?
«Siamo un team di 15 persone, con noi anche un coordinatore della sicurezza e un geologo».
Autodromo di Monza, i lavori: le fasi del progetto e l’asfalto del 1922
Come procederete?
«La prima parte è la demolizione. Nei primi dieci giorni riusciremo a fresare tutta la pista, ci saranno 22 bilici che usciranno dal circuito 3 volte al giorno per demolire 15 mila metri cubi di materiale che a sua volta sarà riciclato».
Pensate di ritrovare l’asfaltatura originale del 1922?
«Certamente sì. Scenderemo fino a 60 centimetri. Abbiamo già rinvenuto le lastre originali nell’area dei box e i pavimenti che saranno rifatti in calcestruzzo».
Cosa ne farete?
«Le rimuoveremo, ma Aci ci ha chiesto di conservarle come documento storico».
Autodromo di Monza, i lavori: la seconda fase del cantiere
La seconda fase del cantiere cosa prevede?
«Dopo la fresatura dell’asfalto e la demolizione dei cordoli, ci sarà la demolizione degli attuali sottopassi. Quindi avremo in contemporanea il cantiere della pista e quello di allargamento dei tre sottopassi esistenti che arriveranno a 8 metri di larghezza con lo spazio per due corsie per le auto e un passaggio pedonale sopraelevato per la messa in sicurezza dei pedoni. si dovranno allargare i tre sottopassi esistenti (ingresso Santa Maria alle Selve, e i due che raggiungono viale Mirabello, sotto il rettifilo ndr) oltre alla costruzione di uno nuovo che collegherà Porta Vedano alla Parabolica per consentire il deflusso separato di automobili e pedoni. La fase più delicata è la stesa dell’asfalto, secondo le modalità più all’avanguardia».
Come vive questo incarico?
«Sono un appassionato di Formula 1, tutti in famiglia. È certamente una bella sfida professionale».