Un edificio simbolo della storia della città: per questo l’ordine degli architetti di Monza e Brianza chiede alla giunta Pilotto di non fare trovare il progetto dell’ascensore all’arengario fatto e finito ma di condividerlo. Il che significa portarlo alla commissione paesaggio, per esempio, e perché no anche a un tavolo di confronto con l’ordine stesso e la soprintendenza.
Lo dicono con molto understatement, ma di fatto è un altoltà all’esecutivo che nei giorni scorsi ha deliberato il documento di indirizzo alla progettazione dell’ascensore, il cui obiettivo è rendere il palazzo civico totalmente accessibile, e ha dato incarico al dirigente del servizio progettazioni del Comune di redigere il progetto di fattibilità tecnico economica.
Ascensore all’arengario di Monza, gli architetti: “Condividete il progetto”
“L’Ordine degli architetti di Monza e Brianza, alla luce delle implicazioni che il nuovo progetto di
trasformazione, se pur parziale, su un edificio simbolo della storia della città quale l’arengario,
ritiene che sia necessario condividere intenti e soluzioni per la realizzazione del nuovo ascensore
che consentirà di raggiungere il salone al piano superiore anche a chi ha difficoltà motorie” scrive l’ordine.
“Sia da un punto di vista strutturale che estetico l’intervento del nuovo ascensore avrà una
notevole valenza simbolica di impatto sul contesto urbano – aggiunge il presidente Michela Locati -. Integrità‐identità del monumento e percorsi storicamente consolidati, sono aspetti da cui partire per condividere il progetto con le diverse professionalità, per arrivare a soddisfare l’obiettivo prefissato. Auspichiamo pertanto che l’amministrazione accolga la proposta di istituire un tavolo di
confronto, volto all’approfondimento delle tematiche culturali e tecniche e alla raccolta di soluzioni di progetto, prima dell’affidamento dell’incarico esecutivo”.
L’ordine mette a disposizione le sue commissioni lavori pubblici, cultura, urbanistica e territorio e tecnica e sostenibilità, suggerendo un tavolo aperto anche alla commissione paesaggio del Comune e alla soprintendenza, perché il progetto di fattibilità diventi “tematica partecipata”.