San Maurizio è la più suggestiva, San Pietro martire tra le più antiche, Santa Maria in strada la più rimaneggiata nel corso dei secoli. E poi Santa Maria degli angeli, oggi affidata alla cura e al culto delle comunità ucraina e filippina.
Sono le chiese distrettuali del centro storico, luoghi di culto che negli anni hanno dovuto necessariamente ridurre i tempi di apertura al pubblico per mancanza di sacerdoti e personale. I fedeli che le frequentano per partecipare alla messa sanno quando trovarle aperte: San Pietro aperta la domenica per le celebrazioni delle 10 e delle 21, Santa Maria in strada è aperta tutti i giorni, da lunedì a venerdì, Santa Maria degli angeli la domenica per le celebrazioni in lingua. Diverso il discorso per San Maurizio, la chiesa della monaca di Monza è aperta solo in occasioni particolari come le giornate promosse dal Fai (durante l’ultima edizione è stato il sito più visitato a Monza e in Brianza).
Monza, gli altri tesori del Duomo: nuovi percorsi da settembre
Eppure per queste testimonianze di storia, arte e mattoni si sta pensando a un futuro diverso. «Tra i compiti della Fondazione Gaiani c’è anche la valorizzazione delle chiese distrettuali. Difficile pensare che possano sempre essere presidiate, ma stiamo comunque lavorando a proposte specifiche per aprirle maggiormente al pubblico», racconta Rita Capurro, direttrice del Museo e tesoro del duomo.
A partire da settembre, infatti, la chiesa di San Maurizio con la Torre longobarda e anche la Biblioteca capitolare del duomo saranno inserite nel programma dei servizi educativi proposti dal Museo. «Iniziamo con questi tre luoghi con una sperimentazione pilota. Vediamo di campire quale potrebbe essere la richiesta del pubblico e poi ci adegueremo di conseguenza». Dunque sarà possibile accedere, su prenotazione e con visita guidata, alla scoperta di questi luoghi oggi nascosti del centro storico.
Monza, gli altri tesori del Duomo: il gioiello San Maurizio

Delle tre (escludendo Santa Maria degli angeli) la più ricca di interesse (e attenzioni) è certamente San Maurizio. «Si tratta di una chiesa importante da un punto di vista immateriale e artistico», racconta la direttrice del Museo. Il suo legame al romanzo manzoniano la rende una testimonianza unica.
«Nella Biblioteca capitolare è conservato il documento di ingresso della giovane De Leyva in convento. In questa chiesa potremmo proporre percorsi di turismo letterario o esperienziale già collaudati con successo altrove. Quello della monaca di Monza è certamente uno dei personaggi più celebri e di maggiore impatto empatico. Per questo motivo vogliamo puntare principalmente sulla riapertura programmata di questo luogo. Il prossimo anno sarà dedicato proprio all’apertura sperimentale con visite guidate». Accanto alla suggestione letteraria la chiesa, che nel suo assetto attuale risale al Settecento, regala ai visitatori un’acustica eccellente, per questo spesso scelta come location per concerti.
«Qui è conservato un organo antico di grande interesse così come gli affreschi del Carlone risalenti al XVIII secolo. San Maurizio è quello che resta del complesso monumentale del monastero, un gioiello che merita di essere riscoperto».
Monza, gli altri tesori del Duomo: San Pietro martire

Poi c’è San Pietro martire, la cui origine è legata alla stagione degli Umiliati, mentre Santa Maria in strada, promossa dalla comunità dei terziari francescani a metà del trecento, fu eretta lungo la strada che portava a Milano. Molte opere presenti in passato nelle chiese distrettuali oggi sono conservate in Museo. «Non per un atto di spoliazione ma per meglio conservarle e valorizzarle – conclude Capurro -. Tanto delle chiese distrettuali lo si trova già nelle sale del Museo. Da settembre invece cominceremo con le aperture su prenotazione». Il percorso è lungo, ma una nuova stagione è iniziata.