Prime condanne in merito alla vicenda che, in autunno, aveva portato al licenziamento di Ninni Corda da direttore generale del Seregno, facendo parlare per settimane i giornali nazionali. A seguito dell’udienza di giovedì 19 maggio, il tribunale federale nazionale della Figc, presieduto da Carlo Sica, ha inflitto infatti otto turni di squalifica al difensore Cristian Anelli e tre al centrocampista Federico Gentile, ritenuti responsabili di aver coadiuvato Corda nella creazione all’interno dello spogliatoio azzurro di un clima di forte pressione psicologica.
Caso Seregno: le motivazioni e la situazione di Ninni Corda
Anelli ha pagato anche le espressioni di carattere discriminatorio nei confronti dell’allora vicepresidente Romeo Sotiri e le minacce rivolte al compagno di squadra Ermanno Fumagalli, pronunciate il 12 novembre scorso, giorno in cui la situazione era precipitata, provocando l’allontanamento di Corda.
Il dirigente sardo, che all’inizio di marzo era stato deferito insieme ai suoi fedelissimi, ha per ora evitato il processo sportivo, poiché il recapito dell’atto all’indirizzo indicato al momento del suo tesseramento per il Seregno non è andato a buon fine, con la procura federale che per questo ha riaperto i termini per la notifica.
Il web parla del Seregno e delle strade verso Sesto
La novità è maturata all’indomani della retrocessione della società azzurra in serie D, dopo le due gare di playout contro la Pro Sesto. Quest’ultima è stata ribattezzata scherzosamente dal portale Sesto Notizie come Pro Seregno, poiché l’accresciuto margine di azione in seno alla dirigenza di Carmine Castella e Matteo Fraschini, ex proprietari del Seregno, potrebbe a breve spalancare le porte all’approdo in panchina di Matteo Andreoletti, reduce da un anno e mezzo molto positivo alla Sanremese, o di Andrea Ardito, esonerato in avvio della stagione dalla Castellanzese, a loro volta ex azzurri.