«La verità alla fine è venuta a galla». Davide Erba, fino a dicembre proprietario e presidente del Seregno calcio, ha commentato così la decisione della Procura federale della Figc, che al termine di un’attività di indagine condotta a seguito di quanto era emerso in autunno, all’indomani del burrascoso licenziamento di Ninni Corda, all’epoca direttore generale azzurro, ha chiesto al Tribunale federale nazionale di fissare la data di discussione del procedimento disciplinare nei confronti dello stesso Corda e dei calciatori Cristian Anelli e Federico Gentile, suoi fedelissimi, disponendo nei fatti quello che, nella giustizia penale, viene definito rinvio a giudizio.
La novità è maturata dopo l’esposto presentato dal Seregno calcio, le acquisizioni dei relativi approfondimenti di stampa e le audizioni di alcuni tesserati, dirigenti o calciatori, che hanno fatto emergere comportamenti in violazione della normativa federale.
A Corda, personaggio principale della vicenda, che ora rischia di vedere compromesso il suo percorso nel mondo del calcio, la Procura rimprovera di «avere nel corso della corrente stagione sportiva ed almeno fino alla data del 12 novembre 2021 posto in essere, anche con il contributo concorsuale dei calciatori Cristian Anelli e Federico Gentile, reiterate condotte antisportive e minatorie nei confronti di taluni calciatori della società U.S. 1913 Seregno calcio, tali da aver suscitato in costoro e, per l’effetto, più in generale nell’intero gruppo squadra un diffuso e perdurante sentimento di prostrazione psicologica e finanche di timore per la propria incolumità fisica. E così più in particolare, per aver introdotto nelle quotidiane sedute di allenamento della prima squadra, che abitualmente seguiva in prima persona, la pratica di una sorta di “palla a mano” condotta con le regole proprie del “calcio fiorentino” in cui, quindi, era lecito e consentito il ricorso a qualsivoglia condotta di gioco violenta, nonché, finanche ammesso il poter prendere a calci e pugni il proprio avversario (al punto che in alcune occasioni taluni calciatori sono svenuti in campo o hanno terminato l’allenamento con le spalle lussate)».
La dose è stata quindi rincarata: «Ed ancora in tale contesto, ovvero durante lo svolgimento di siffatti “particolari” allenamenti, per aver provveduto, ora, a proferire continue intimidazioni e minacce anche di percosse fisiche nei confronti di quanti si fossero astenuti dal tenere le richieste condotte violente, ora, ad escludere costoro dalle successive sedute di allenamento costringendoli ad allenamenti individuali da svolgersi in fasce orarie variabili tra le ore 6 e le ore 7 del mattino; istigato durante lo svolgimento delle gare di campionato i calciatori dell’U.S. 1913 Seregno calcio a tenere in campo atteggiamenti di estrema aggressività verso gli avversari e gli ufficiali di gara allo scopo di intimorirli e ciò mediante l’uso ripetuto di frasi ed espressioni volgari e minatorie (del tipo: «avete rotto il c***o«, «non avete ancora capito», «questa è l’ultima partita che fai») rivolte all’indirizzo dei calciatori stessi, ora, mediante urla e grida propalate dagli spalti degli impianti sportivi da cui seguiva la disputa delle diverse gare, ora, raggiungendo telefonicamente la squadra (e parlando alla stessa in modalità “viva voce”), durante le fasi di intervallo tra il primo e il secondo tempo delle varie gare, sull’utenza telefonica mobile in uso al calciatore Federico Gentile».
Infine, sotto la luce dei riflettori è finito l’arcinoto episodio, verificatosi al campo di allenamento di Molinello di Cesano Maderno venerdì 12 novembre, quando Corda, supportato da Anelli e Gentile e da due soggetti risultati non identificati, ha minacciato il vicepresidente Romeo Sotiri, responsabile di essere intervenuto per evitare che dirigesse in prima persona la seduta giornaliera, andando al di fuori dei compiti affidatigli.
Ad Anelli è stato rimproverato di aver spalleggiato quello che nei fatti era il suo mentore, Corda appunto, fino anche ad aggredire fisicamente i compagni di squadra Sabino Signorile e Mattia Scognamiglio, nell’intervallo della partita di andata contro la Virtus Verona, finendo «anche per schiaffeggiare, tirare i capelli e colpire con una bottiglia al petto il predetto Scognamiglio», nonché a minacciare il vicepresidente Sotiri e l’altro compagno Ermanno Fumagalli il 12 novembre, quest’ultimo con la frase: «Ti vengo a prendere a casa, saluta tuo figlio».
Meno pesanti i rilievi nei confronti di Federico Gentile, tacciato di aver coadiuvato Corda nelle sue azioni, ma anche di essere venuto meno ai principi di lealtà e correttezza, non partecipando agli allenamenti dell’11 e del 12 novembre.
Infine, è stata sottolineata la responsabilità oggettiva della società, «che ha provveduto al riguardo a definire anticipatamente la propria posizione con accordo ex art. 126 CGS raggiunto con l’ufficio di Procura». Alla luce di quanto appena illustrato e fatto salvo che il dibattimento ancora non è stato celebrato, quello che era stato maldestramente definito come “Metodo Seregno”, oggi appare come il “Metodo Corda”.