Teatro e musica per sottolineare la bellezza e la potenza spirituale della cultura. Un connubio vincente per presentare venerdì sera la Stagione teatrale 2023-24 del teatro Manzoni. Alle parole del sindaco Paolo Pilotto, della direttrice artistica Paola Pedrazzini e della presidente del Cda dell’Azienda Speciale Scuola Borsa (che gestisce il teatro) Barbara Ongaro si sono unite le apprezzatissime note dell’Orchestra Amatoriale di Milano diretta dal maestro Andrea Oddone.
Teatro Manzoni Monza: il sipario si alza il 10 novembre, diverse le sezioni
Il sipario della nuova stagione si aprirà il 10 novembre con “La vita davanti a sé” con protagonista Silvio Orlando, ma le proposte saranno tante all’interno di sezioni diverse: “Grande Prosa”, “Altri Percorsi”, “Teatro Comico”, “Eventi Speciali”, gli spettacoli per le scuole e per i bambini.
Teatro Manzoni Monza: «Ricerca di un teatro d’arte e non dalle logiche di consenso e di mercato»
«Tante tessere da mettere insieme a proprio piacimento – ha sottolineato Pedrazzini – per creare il proprio cartellone personale». E proprio per una fruizione più flessibile, ha anticipato Ongaro, sono previste formule diverse di abbonamento «per chi non ama la fissità».
Proposte differenti, ma legate da comuni denominatori: «La mia scelta è stata dettata dalla ricerca di un teatro d’arte e non dalle logiche di consenso e di mercato – ha rimarcato la direttrice artistica – E poi ho individuato dei fil rouge che legano queste proposte. Il teatro come metafora della vita che si trova anche nelle forme di meta teatralità quali “Moby Dick alla prova” di Elio De Capitani, “L’arte della commedia”, un’opera di Eduardo De Filippo, “Re Lear è morto a Mosca”, “Ginger e Fred” che porta con sé la frase emblematica “Siamo due fantasmi che vengono dal buio e nel buio se ne vanno…” . C’è anche un filone tutto al femminile, legato alla sezione Altri percorsi che vedrà tra le protagoniste Ambra Angiolini con un testo dedicato a Franca Viola, Marta Cuscunà con una storia di rivolta pacifica alla società patriarcale, Giulia Lazzarini con i suoi “Muri” prima e dopo Basaglia».
Un teatro, insomma, che vuole uscire dal suo spazio fisico per lanciare il suo messaggio universale a tutta la collettività.