La formula matematica dell’arte rimane la stessa: cinque per trenta. Poi dentro ci sono le variabili moltiplicative che servono per allargare lo sguardo fin dove l’intelligenza può, per sapere guardare più lontano possibile e cogliere al meglio quello che succede là dentro.
Là dentro è il mondo dell’arte contemporanea: c’è poco di più impalpabile e afferrabile in una sola volta in una dimensione che quotidianamente divora mezzi (media) e temi concretizzandosi e rarefacendosi allo stesso tempo. Quello che resterà poi, be’, chi lo può dire: sarà storia dell’arte. Ed è un’altra cosa. Quello che c’è ora si chiama contemporaneo e bisogna saperlo leggere e identificare.
Questo farà anche l’edizione 2013 della Biennale giovani, al Serrone della Villa reale, la manifestazione artistica che il Rotary Monza ha resuscitato dal Premio internazionale d’arte di Monza e affidato poi a un comitato guidato dal Comune stesso. Accade ogni due anni e anche questa volta ci sarà Daniele Astrologo Abadal a curare la direzione artistica, come due anni fa: un curatore (e direttore del museo Bodini di Gemonio) che per la Biennale diventa ur-curatore, curatore dei curatori, sovracuratore. È stato lui a scegliere i cinque (e più) professionisti dell’arte che hanno a loro volta selezionato e invitato sei artisti a testa. Che quest’anno, tanto per incominciare, offriranno una nota dominante in più. La fotografia.
«Perché è un nuovo fenomeno del mercato dell’arte? No, perché interessa a me – spiega Astrologo – E ho scelto per questo persone qualificate per presentare alcuni artisti in grado di proporre lavori di qualità», come gli austriaci – il Paese ospite del 2013 dopo l’esordio degli stranieri in Biennale nel 2011, con la Corea del sud. Per l’Austria hanno lavorato Carl Kraus e Peter Weiermair, che a loro volta hanno delegato scelte ad altri curatori (le variabili moltiplicative), portando a Monza, per esempio, i lavori di Agnes Prammer. Ma di fotografia si parlerà anche con Francesco Imem, invitato da Luca Canova, per dire che si tratta di una scelta trasversale.
Trasversale, appunto. Come sarà la Biennale. «Non un evento caratterizzato da un tema comune o da un elemento ricorrente, ma uno spaccato capace di raccogliere tutti i media utilizzati oggi dal mondo dell’arte, pittura e installazioni, fotografia, disegno e video. Ad angolo giro, scriverò nella presentazione». Cioè a trecentosessanta gradi, ma in orizzontale: come la sezione di un albero che racconta non l’età acquisita quanto l’istante, la radiografia del presente. «Parziale se si vuole, piccola, ma comunque un’idea di quello che sta accadendo» aggiunge Astrologo.
«Con quello che la Biennale di Monza può permettersi di fare: non assecondare le mode, le tendenze dell’arte, ma una scelta diffusa quanti sono i curatori in base alla qualità del lavoro fatto. Un affresco dell’arte contemporanea – dice il direttore artistico – soprattutto emergente. Non abbiamo chiesto artisti già affermati», aggiunge, per dire che il Serrone non vuole necessariamente una mostra blockbuster, «ma artisti che abbiano una poetica vera, organica», al di là delle bolle del mercato.
E con un plus finale. «La maggior parte di loro porterà in Biennale lavori pensati e creati proprio per Monza».
I cinque curatori scientifici invitati alla quinta edizione sono: Lorenzo Canova, professore associato di Storia dell’arte contemporanea presso la Facoltà di Scienze Umane e Sociali dell’Università degli Studi del Molise; Filippo Maggia, curatore capo della Fondazione Fotografia, progetto promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena; Stefano Roffi, esperto d’arte moderna e contemporanea della Fondazione Magnani Rocca (Parma) che si avvale della collaborazione di Teresa Meucci, storica e critica d’arte contemporanea; Laura Serani, critica militante e curatrice indipendente specializzata nella disciplina fotografica a livello internazionale; per l’Austria è presente una coppia formata da Carl Kraus e Peter Weiermair, rispettivamente storico dell’arte di Innsbruck e noto direttore di Musei (tra cui la Galleria d’Arte Moderna di Bologna).
Gli artisti invitati da Lorenzo Canova sono: Matteo Fato, Mariana Ferratto, Manovella, Francesco Irnem, Alessandro Scarabello, Gian Maria Tosatti.
Gli invitati da Carlo Kraus e Peter Weiermair: Markus Bacher, Sevda Chkoutova, Bernd Oppl, Zenita Komad, Moussa Kone, Agnes Prammer.
Filippo Maggia invita: Elena Aromando, Margherita Cesaretti, Elisa Franceschi, Eva Frapiccini, Nadia Pugliese, Chiaralice Rizzi.
Teresa Meucci e Stefano Roffi invitano: Erica Bellan, Matteo Benetazzo, Valentina Garbagnati, Alessandra Maio, Elena Redaelli, Francesco Surdi.
Luca Serani invita: Ottavia Castellina, Martina Cirese, Maurizio Cogliandro, Nicola Lo Calzo, Vittorio Mortarotti, Giulio Rimondi/Ali Beidoun.