La tromba di Marco Brioschi che suonava nel buio della sala le note di “Io te vurrìa vasà” ha introdotto in un cinema Capitol gremito le parole di Maurizio De Giovanni. Il notissimo scrittore e sceneggiatore partenopeo “papà” del Commissario Ricciardi, dei Bastardi di Pizzofalcone, di Mina Settembre e di tanto altro, si è raccontato e ha raccontato soprattutto la Napoli di Ricciardi in un’intervista “Tra Musica e parole” condotta dal giornalista esperto di tv Antonio Dipollina in una serata organizzata l’1 febbraio da Novaluna con il patrocinio del Comune di Monza in collaborazione con Capitol Anteo spazioCinema e con l’adesione e l’aiuto dell’associazione “Quelli che Enzo Jannacci ce l’hanno nel cuore…”.
Monza: Maurizio De Giovanni al Capitol, il Commissario Ricciardi
De Giovanni e il suo Commissario Ricciardi sono ormai noti al grande pubblico grazie alla fortunatissima fiction tv, che riprenderà la programmazione della seconda serie il 27 febbraio su Rai Uno, ma Ricciardi è nato molto prima nella sua immaginazione e soprattutto è nei libri che trova tutta la sua essenza.
«Io scrivo Ricciardi per i miei lettori – ha ammesso Maurizio De Giovanni – non per la televisione, per cui devo ammettere che ci sono lettori talmente feroci, che mi minacciano fisicamente se non tolgo il “ciuffo tirabaci” che vedete nella serie tv interpretata dal bravissimo Lino Guanciale a Ricciardi, oppure se succede qualcosa che a loro non va bene nella storia. Ce n’é persino una che si firma “Misery” e ho detto tutto»
Le indagini del Commissario Ricciardi ambientate nella Napoli del periodo Fascista avrebbe dovuto finire come “serie” editoriale con la morte di Enrica, amata musa e moglie del commissario che parla con i morti. Sarebbe finita perché lo scrittore non aveva voglia di raccontare gli anni dopo il 1934, quando l’euforia del primo dopoguerra era finita. «Dopo vennero le epurazioni, l’alleanza con Hitler le leggi razziali e non volevo più parlare di quel Paese».
Monza: Maurizio De Giovanni al Capitol, Caminito (che è un tango)
Ma improvvisamente in autunno in libreria è arrivato “Caminito”, la nuova indagine di Ricciardi (edito da Einaudi), e nei lettori e nei telespettatori si è riaccesa la speranza. Come mai questa decisione?
«Lo scorso anno sono stato male, ho avuto un infarto e in rianimazione non avendo contatti col mondo, ho pensato molto al dopo, al fatto che non sarebbe dovuta essere l’ultima storia (dicendolo da buon napoletano mostra le corna, ndr) – ha raccontato De Giovanni – così visto che i lettori lo chiedevano, ho deciso che non sarebbe finita e che Ricciardi avrebbe potuto raccontare anche la Napoli del dopo ’34, anche perché anche in quella ho trovato bellezza e cultura».
Caminito è un tango ed è anche una stradina stretta, dove due amanti disperati si incontravano in una Buenos Aires lontana nel tempo, tessendo una storia che sarebbe diventata musica e parole appunto. Ecco il titolo.
Nel libro si racconta come sempre un’indagine, ma soprattutto i personaggi e le storie della città che De Giovanni non nomina mai. E si racconta del dopo Enrica (ormai defunta purtroppo), di Nelide e di Maione e della piccola Marta e di suo nonno Giulio. È stato proprio il capitolo dell’incontro tra nonno e nipote che Maurizio De Giovanni ha letto in chiusura di serata e la magia è scesa nella sala.
Monza: Maurizio De Giovanni al Capitol, Napoli e un nuovo film in arrivo di e con Alessandro Gassman
Incalzato dalla musica e dalle storie che stanno dietro a canzoni come Io te vurria vasà e Anima e Core, oltre che dalle domande di Dipollina, De Giovanni ha raccontato anche la sua città e il rapporto con i personaggi delle sue storie e con gli attori che li interpretano nelle fiction.
«I personaggi vivono indipendentemente da noi scrittori – ha ammesso – sono anche i lettori a determinarne la storia. Io arrivo fino ad un certo punto, poi sono loro a continuare quando finiscono un libro. Con le fiction è lo stesso: il regista è un lettore e può anche decidere di continuare o modificare alcuni particolari».
E così da “L’Equazione del cuore”, fortunatissimo romanzo non giallo del prolifico autore napoletano (37 romanzi e tantissimi racconti all’attivo), nascerà un film diretto ed interpretato da Alessandro Gassman. «Io e Alessandro abbiamo un rapporto stretto grazie ai Bastardi di Pizzofalcone e non solo, ma lui mi ha già rivelato che nel film aggiungerà un capitolo alla mia storia… sono curioso – ha detto – per Lino Guanciale è lo stesso: spesso mi chiama e mi chiede cosa farà Ricciardi, come sarà la sua vita, così che possa decidere per l’interpretazione».
Monza: Maurizio De Giovanni al Capitol, la storia di Mina Settembre
Mina Settembre, un’altra fiction di successo di Rai Uno, però ha un percorso differente. «Quella che vedete sullo schermo non è la mia storia, è solo ispirata ad essa, quindi io mi sono dissociato dalla fiction; anche se adoro Serena Rossi e sapendo che canta come un usignuolo, l’avrei fatta cantare…»
Tanti gli aneddoti che ha raccontato sugli attori delle serie e su Napoli soprattutto, l’unica città al mondo dove le storie ti vengono incontro ogni giorno e l’unica dove lui e tantissimi grandi scrittori, musicisti, attori, commedianti, registi potrebbero vivere e produrre cultura.
Monza: Maurizio De Giovanni al Capitol, Omar Pedrini tra il pubblico
In sala tanti applausi e anche il cantante Omar Pedrini nel pubblico. Per De Giovanni questo ed altro.