“Oggi, più che mai, necessita ripensare al senso, al valore e al ruolo che la poesia riveste in questo difficile momento storico. Non dimentichiamo che la poesia è figlia della sua epoca e che la sua prima verità è sempre testimoniale.” Testimoniare il presente, anche quando è così duro come lo è stato in questi mesi di pandemia Covid.
È nato così il Festival della Poesia di Monza, ideato e organizzato dalla Casa della poesia di Monza, con una particolarità: è stato organizzato interamente online, con alcune delle voci più importanti del panorama italiano. Il 26 e il 27 giugno, tecnicamente, quando sono stati di passo in passo programmati i contributi dei poeti che hanno partecipato: la fortuna, se si vuole, è che in questo caso il festival è permanente, dal momento che si può ripercorrere interamente sui canali Facebook e Youtube della Casa, dove gli interventi rimangono presenti. Come quello di Massimo Morasso, per esempio:
Allora il tema: “Poesia, nostra contemporanea”, che ha trovato come protagonisti Giuseppe Conte (no, non quello), Valerio Magrelli, Donatella Bisutti, Vivian Lamarque, Francesco Solidario, Gerardo Masuccio, Giancarlo Pontiggia, Stefano Raimondi, Maria Grazia Calandrone, Davide Ferrari, Ottavio Rossani, Luigia Sorrentino, Andrea Galgano, Massimo Morasso, Guido Oldani e Giuseppe Landonio.
“Abbiamo chiesto loro di esprimere il proprio pensiero su alcuni interrogativi che emergono in questo nostro difficile ritorno alla normalità” hanno scritto Antonetta Carrabs, Elisabetta Motta, Iride Enza Funari spiegando che tutti i contributi saranno pubblicati, in una raccolta di pregio e a tiratura limitata, dalla casa editrice Prometheus.
“La nostra contemporaneità si carica sempre più di inquietudine: il mondo in cui viviamo è andato accrescendo il suo potenziale autodistruttivo; emergono nuove paure generate dai cambiamenti climatici, dalle minacce pandemiche, dal terrorismo fondamentalista – ha scritto ancora la Casa declinando gli interrogativi affrontati dai poeti -. In un’epoca di cambiamento come la nostra, quale soccorso può venire dalla poesia? Quale forza o risposta la poesia può fornire all’uomo di fronte al dolore di questi giorni? Quale nuova lezione sul valore del tempo, del silenzio, della precarietà dell’esistenza la poesia può insegnarci? È illusorio pensare che la poesia possa aiutarci a concentrarci sull’essenziale e a ritrovare, se non il senso, almeno un indizio luminoso che ci aiuti a mantenere la meraviglia verso il mondo e a vivere il valore dell’altro come risorsa?”