Alla Provincia di Monza il cambio merci non è riuscito. E non sarebbe stato un cambio qualsiasi, perché l’oggetto del desiderio erano i Sette savi di Fausto Melotti. Le statue in pietra di Viggiù, realizzate negli anni Sessanta, saranno esposte da giovedì 20 giugno e fino al 10 novembre all’aeroporto di Malpensa. Rivedranno la luce dopo essere rimaste quasi cinquant’anni negli scantinati del Carducci, il prestigioso liceo milanese.
I giganti da 230 centimetri, infatti, furono commissionati allo scultore da Palazzo Marino per essere collocati nel cortile della scuola. Lì, però, diventarono il bersaglio di alunni non proprio modello che ne decapitarono un paio. Per evitare il peggio furono ricoverati nelle cantine e finirono nell’oblio finché alcuni ex studenti non si ricordarono di loro e mobilitarono anche Vittorio Sgarbi.
A quel punto i proprietari delle opere, o presunti tali, spuntarono come funghi: la Provincia di Milano, il comune e il liceo che non intendeva mollare un osso che non sapeva nemmeno di avere.
E la Provincia di Monza ha cercato di inserirsi tra i litiganti. Il consigliere Pd Vittorio Pozzati ha proposto all’assessore al Patrimonio Fabio Meroni di tentare il colpaccio: cercare di portare in Brianza i Sette Savi stornando il loro valore, che secondo alcuni esperti ammonta a 7.000.000 di euro, dalla dote che Milano doveva versare a via Grossi. Qualcuno immaginava già l’effetto che le statue potevano fare al Museo di arte contemporanea di Lissone. L’operazione non è mai decollata e, in compenso, si è fatta viva la Sea che ha stanziato i 18.000 euro per il restauro.