Violenza sulle donne, le volontarie vanno a scuola fin dalle elementari

Le volontarie di Cadom e White Mathilda e degli altri centri anti violenza contro le donne entrano nelle scuole. Come le storie arrivano agli esperti.
Monza sede del Cadom
Monza sede del Cadom Fabrizio Radaelli

Occhi aperti a cogliere ogni minimo segnale. Se la violenza riguarda le giovanissime un aiuto importante può arrivare dal mondo della scuola. Per questo le volontarie di Cadom e White Mathilda e degli altri centri anti violenza entrano nelle scuole. Hanno ripreso da poco, con l’inizio delle lezioni.

Violenza sulle donne, esiste anche la violenza psicologica

Parlano delle storie che hanno raccolto in tanti anni, dicono che la violenza non è solo un marito molesto, non sono solo schiaffi e pugni. Esiste anche la violenza psicologica che annulla l’altro.
«Non vali nulla», «Sei una stupida», «Non vorrai mica iscriverti all’università?» sono le frasi, spiegano, più ricorrenti.
«Dopo gli incontri – spiega Luisa Nava di Cadom – capita spesso che alcune ragazze si avvicinino. Sono giovanissime, sognano l’amore con la A maiuscola e si rendono conto che quello che stanno vivendo invece fa paura». A volte sono quelle che sembrano più spavalde e spregiudicate a nascondere storie di violenza non detta.

Violenza sulle donne, confessioni di abusi subiti in giovane età

«C’è chi prende il coraggio solo a distanza di tempo per confessare abusi subiti in famiglia – prosegue Nava – chi trova il coraggio di parlare di quel fidanzatino giovane eppure già troppo possessivo, troppo geloso, con scatti d’ira incontrollati».
È capitato anche di raccogliere confessioni di abusi subiti in giovane età, anche all’interno della famiglia. «Succede spesso che le donne che si rivolgono a noi perché vittime di un marito violento siano già state vittime da bambine di abusi. È come se ricercassero quello stesso modello di “amore” che non ha nulla dell’amore».

Violenza sulle donne, le giovanissime e il revenge porn

Le nuove violenze che riguardano soprattutto le giovanissime hanno anche altre forme come il revenge porn: «Ci è capitato di seguire la storia di una ragazzina – spiega Luisa Olivache è stata circuita dal ragazzino di cui era innamorata. Lui si è presentato all’appuntamento con un gruppo di amici pronti a filmarla. La situazione di violenza è stata scoperta in famiglia, guardando per caso i messaggi sul cellulare della figlia. Il quel caso è stata la famiglia a chiedere il nostro aiuto».

Per parlare della violenza che corre in rete le volontarie dei centri antiviolenza entrano anche nelle scuole elementari per far capire a bambini e famiglie i pericoli che si nascondono in rete.

Violenza sulle donne, casi esplosi dopo il Covid

Per Luisa Oliva che ha fondato White Mathilda nel 2010 ricordando nel nome la principessa Maya che con grande forza ha combattuto a fianco del proprio popolo e il colore bianco segno di speranza, luce e giustizia, i casi di violenza sono esplosi dopo il Covid.
«Nell’obbligo della convivenza molte coppie sono scoppiate – spiega – dove c’era già una situazione di sofferenze la coppia non ha retto. In altri casi invece lo stare insieme, il rallentare i ritmi, ha fatto anche ritrovare alcune coppie le cui tensioni erano legate ai troppi impegni fuori casa e alla difficile gestione della famiglia».

Violenza sulle donne, il sostegno del team

Ad accogliere le donne vittima di violenza di genere c’è uno staff di professioniste tra cui 10 psicologhe, 6 legali, 6 operatrici.

«La nostra missione – conclude la fondatrice – si compone di vari unti: offriamo aiuto e consulenza psicologica e legale alle donne maltrattate e vittime di volenza fisica, psicologica; sviluppiamo solidarietà contro la violenza di ogni tipo, aderendo da sempre alal rete antiviolenza nazionale attraverso il numero unico 1522; promuoviamo la ricerca, il dibattito, la diffusione della conoscenza su stalking, mobbing e violenza di genere».

Violenza sulle donne, la Rete Artemide

White Mathilda e Cadom fanno parte della Rete Artemide che vede collaborare i Comuni, la provincia, la prefettura, la procura, le forze dell’ordine, la Asst di Monza e Vimercate e la Ats della Brianza, Telefono donna e alcune associazioni presenti nel territorio.