Interrotte le trattative con Poste Lombardia sulla carenza di organico agli sportelli. L’incontro di mercoledì coi sindacati, il primo dall’apertura formale della vertenza il 17 febbraio scorso, si è concluso negativamente. «A fronte della evidente mancanza di personale negli organici ed alle numerose carenze strutturali ed organizzative, che sono la vera causa dei provvedimenti di chiusura e razionalizzazione di molti uffici postali nella nostra regione, l’azienda si è presentata al tavolo di confronto senza alcuna seria proposta, disconoscendo la realtà e basandosi solo su dei freddi numeri, spesso non veritieri, riportati nelle slides», afferma Giuseppe Marinaccio, segretario generale Poste Cisl Lombardia. Rispetto alle 61 chiusure ed alle 121 razionalizzazioni, l’azienda ha dichiarato che i provvedimenti sono motivati dalla scarsa operatività affermando anche che gli uffici interessati effettuano una media giornaliera di circa 20/30 operazioni. «Abbiamo subito fortemente contestato questa affermazione in quanto, da informazioni in nostro possesso, in moltissimi casi non risulta veritiera – spiega Marinaccio -. L’azienda nega i dati reali ed appare chiaro che i vertici non conoscono le reali condizioni dell’operatività quotidiana negli uffici e delle innumerevoli difficoltà e disagi in cui i dipendenti sono costretti a districarsi».
«Una politica così spinta di risparmio sui costi attuata con tagli sul personale e sugli adeguamenti strutturali, strumentali e formativi, invece di intervenire su altre diseconomie, ha portato alla perdita di qualità in tutti i servizi, alle chiusure di uffici ed abbandono del territorio nei piccoli comuni già disagiati per la carenza di servizi ed infrastrutture – aggiunge il segretario generale di Poste Cisl Lombardia -. Tutto questo non è accettabile se attuato da un’azienda a totale capitale pubblico che da 11 anni produce consistenti utili di bilancio». I sindacati si incontreranno a breve per mettere in campo iniziative a sostegno della vertenza, non escluso lo sciopero, coinvolgendo la Regione Lombardia, gli enti locali e le associazioni di categoria.