La sentenza per Lady Sorriso, la monzese Paola Canegrati è arrivata nel pomeriggio di mercoledì dopo sette ore di camera di consiglio: è stata condannata a 12 anni. Per l’imprenditrice al centro dell’inchiesta denominata Smile, relativa alla corruzione nel mondo dei service odontoiatrici ospedalieri, il pm Manuela Massenz aveva chiesto la condanna a dieci anni e sette mesi.
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Monzese, 53 anni, era stata arrestata nel 2016, a seguito di un’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Milano che avevano alzato il velo su un “sistema corruttivo” nell’ambito dei contratti per l’odontoiatria pubblica negli ospedali lombardi, a partire da quello di Vimercate.
Canegrati, che come emerso dalle carte dell’inchiesta veniva soprannominata‘Lady Sorriso’, è accusata di corruzione per aver fatto “incetta” di appalti grazie al suo“rapporto privilegiato”di conoscenza con l’ex presidente della commissione sanità in Regione per la Lega, Fabio Rizzi, e con il “portaborse”di quest’ultimo, Mario Longo. Rizzi e Longo hanno chiuso la loro vicenda processuale con il patteggiamento a due anni. Anche Canegrati aveva provato a definire la sua posizione con un patteggiamento a quattro anni, ma non era stato giudicato“congruo” dal tribunale. La donna è stata per circa sei mesi al carcere di San Vittore, poi agli arresti domiciliari nella sua casa in zona via Bergamo, e infine, dopo un periodo di obbligo di dimora a Monza, è tornata a piede libero. I guai giudiziari della donna, peraltro, non si esauriscono con la vicenda definita in primo grado.
È coinvolta anche nel filone bis dell’inchiesta Smile, relativo ad altre accuse di bancarotta e reati fiscali. In questa tranche, attualmente pendente davanti al giudice per l’udienza preliminare, l’imprenditrice della Servicedent dovrebbe perfezionare il patteggiamento. A far partire l’indagine era stato un esposto di Giovanna Ceribelli, revisore dei conti. Per i difensori di Canegrati, gli avvocati Michele Saponara e Vinicio Nardo, la donna è stata tratta come “una delinquente matricolata”.