In sala Minoretti di via Cavour a Seregno, messa a disposizione dal circolo culturale san Giuseppe, si è chiusa con successo, domenica 12 marzo, la mostra delle opere eseguite dagli utenti del centro diurno di via Oliveti, dal titolo “Creare per raccontarsi”. Un’esposizione che ha messo in vetrina manufatti in ceramica realizzati dagli utenti del centro, ma anche una serie di quadri eseguiti da Arianna Tanza e Tay. Opere frutto del lavoro degli utenti del centro che partecipano agli atelier di terapeutica-artistica, in collaborazione con l’accademia di Brera, e al laboratorio di ceramica.
Successo per la mostra del Centro diurno di Seregno: l’obiettivo del progetto
L’obiettivo era valorizzare la creatività di ognuno dei frequentatori del centro che sono persone che presentano situazioni croniche ma anche soggetti agli esordi psicotici, per sperimentare condizioni di benessere liberando le emozioni negative. Il centro diurno di via Oliveti è parte integrante del dipartimento di salute mentale e dipendenze- struttura complessa di psichiatria di Asst Brianza, diretto da Benedetta Grasso.
Successo per la mostra del Centro diurno di Seregno: presenti all’inaugurazione
All’inaugurazione di sabato 11 marzo erano presenti gli assessori Laura Capelli (servizi sociali e alla persona), Federica Perelli (cultura), monsignor Bruno Molinari, responsabile della comunità pastorale san Giovanni Paolo II, la presidente del Circolo san Giuseppe Rosy Colombo, Benedetta Grasso, responsabile del centro diurno; Rita Bagnoli, ceramista; Daniela Zarro di arteterapia, Rosita Cazzaniga e Antonella Turati, operatrici che collaborano con l’atelier di ceramica, Milena Falcaro, caposala.
Successo per la mostra del Centro diurno di Seregno: le responsabili presentano i lavori
Nel presentare i lavori la responsabile del centro Benedetta Grasso e Daniela Zarro hanno detto: “Le opere pittoriche composte da piccole tele graffiate fanno parte di un gruppo di tele dal titolo Filigrana. I singoli moduli si parlano e confrontano in una relazione che è la traduzione in immagini delle relazioni che intercorrono fra gli artisti che aderiscono alla condivisione. Sono dialoghi che talvolta si modulano con continuità mentre, in altri momenti, fanno della dialettica e del contrasto una ricchezza cromatica che ne aumenta il valore estetico. In questa modalità di esperire il linguaggio ogni artista, ogni gesto, ogni segno e colore hanno diritto di cittadinanza, sono i benvenuti perché è proprio nella differenza dei singoli elementi in cui la condivisione trova la sua autenticità”.