“Contro la violenza una panchina rossa per ricordare tutte le donne vittime di violenza di genere. 1522 numero antiviolenza”. Questa la scritta incisa in una targa e posizionata sulla panchina rossa inaugurata domenica mattina a Seveso in piazza IV novembre, a pochi passi dal monumento ai caduti e dalla scuola elementare “Collodi”. Avvolta prima nel tricolore, la panchina è stata mostrata alla cittadinanza dalle istituzioni. Ma soprattutto ad Alessandro, Stefano ed Eleonora, i tre figli di Valeria Bufo, la sevesina uccisa in strada dal marito a Bovisio Masciago nell’aprile del 2018.
Oggi in memoria della madre i tre ragazzi hanno fondato l’associazione “X Noi Vale” e dato vita, insieme all’associazione Adagio, al progetto Eco: uno sportello telematico che assiste le donne vittime di violenza domestica.
«Il progetto sta andando avanti – precisano i ragazzi che svelano altri loro appuntamenti futuri – Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne pianteremo a Baruccana un albero-simbolo con lo slogan “Piantala con la violenza”. Non solo, proseguiremo i nostri incontri nelle scuole per sensibilizzare sul tema già da piccoli i futuri uomini del domani».
In un anno il progetto Eco ha già fatto molto: «Sempre più donne ci contattano – precisa Giovanni Aricò dell’associazione Adagio – In un anno, una decina. A chi chiede il nostro aiuto tramite la piattaforma online del progetto Eco garantiamo almeno nove incontri, tramite skype, con psicologi professionisti. Riusciamo così a comunicare anche con donne che vivono situazioni di paura e che, con molta fatica, riescono a uscire di casa. Non bisogna far altro che andare sul sito dell’associazione e contattarci per ricevere aiuto».
Domenica mattina alla cerimonia ufficiale hanno partecipato quasi tutti i rappresentanti del consiglio comunale. Prima di scoprire la panchina dal tricolore il sindaco Luca Allievi ha tenuto un breve discorso: «In questo giorno mi faccio aiutare dalle parole di Paolo Borsellino che nelle scuole e nelle piazze ripeteva che si poteva combattere la mafia con la cultura. Ecco lo stesso vale per la violenza sulle donne. Non basta una panchina rossa, dobbiamo, attraverso la cultura, impedire altra violenza e combatterla già da ragazzi. Per questo il luogo dove abbiamo posizionato questa panchina non è stato scelto a caso. Davanti alle scuole, davanti all’edificio per eccellenza di istruzione e cultura».
Gli fa eco l’assessore di Bovisio Masciago Alice Brambilla: «Bisogna insegnare ai propri figli il rispetto verso le donne. La vita è troppo bella e breve, è una sofferenza dover leggere notizie di femminicidi e maltrattamenti domestici».
La violenza di genere è, infine, definita come un “cancro” dall’assessore alla Cultura di Seveso Alessia Borroni: «In una società moderna dove tutti lottano per l’uguaglianza dei diritti, rattrista leggere e sentire di continue violenze. Qualunque forma di violenza va condannata ma sulle donne è ancora più dolorosa se commessa da chi dovrebbe amarci. È un cancro che si sta insediando nella nostra società e che va sconfitto con l’aiuto alle donne ma anche agli uomini. Nessuna e nessuno si deve sentire solo».