Scuola, il preside del Valentini di Monza va in pensione: «Così il liceo ha raddoppiato gli studenti, l’ex Isa è tornato grande»

Intervista al dirigente del liceo artistico Valentini di Monza, l’ex Isa, Guido Soroldoni prossimo alla pensione. Racconta l’orgoglio per gli studenti e i suoi 14 anni di battaglie nella scuola alla Villa reale: «Che è tornata a essere grande».
Monza Liceo artistico Valentini Guido Soroldoni
Monza Liceo artistico Valentini Guido Soroldoni Fabrizio Radaelli

«Sono arrivato nel 2006 e c’erano 600 alunni. Ora che lascio per la pensione abbiamo 1.200 alunni e un liceo serale». Questo un punto d’orgoglio per Guido Soroldoni, che dopo 14 anni di dirigenza al liceo artistico Nanni Valentini di Monza smetterà i panni di preside per la pensione.

Tanti ricordi positivi, tante battaglie per migliorare la sua scuola: in tutti questi anni il dirigente non si è mai risparmiato e, ancora oggi, pur sapendo che dal primo settembre sarà ufficialmente in pensione continua ad essere presente a scuola, dietro la sua scrivania, pronto a rispondere a genitori e docenti, alla ricerca di soluzioni perché l’avvio del prossimo anno possa essere pronto e, in sicurezza, per tutti.

«Sono stati anni intensi abbiamo lavorato tanto, la scuola è cambiata molto, siamo tornati agli anni ’80 in cui c’erano 1.400 studenti su quattro sedi – racconta Soroldoni – e questo è frutto del lavoro di tanti e del mio. Ogni anno abbiamo attivato decine di progetti coinvolgendo sempre più studenti e aprendo l’istituto al territorio a cui siamo molto più legati ora».

Un legame che trova conferma nei numeri circa 250 dei 1.200 alunni è monzese. «La scuola ha acquisito un ruolo nella città e ne sono felice e soddisfatto – continua – quel che ci contraddistingue sono le attività laboratoriali che si sono moltiplicate e permettono agli studenti di acquisire competenze pratiche, nell’uso dei materiali e degli strumenti. Vogliamo che i ragazzi producano “qualità” in qualsiasi forma».

Tanti i progetti che hanno visto i ragazzi in primo piano, tra questi l’emozione più grande è stata proprio lo scorso anno, quando la scuola è stata scelta per aprire l’anno scolastico a L’Aquila alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Mattarella.
«Un ricordo indelebile, essere stati scelti ci ha riempito d’orgoglio – continua – grazie al progetto “com’eri vestita” della professoressa Riva e del professor Manzoni contro la violenza sulle donne. Senza dimenticare i ragazzi, tantissimi che ho nel cuore, anzi proprio loro sono quelli che mi hanno stupito. Molti studenti bravissimi generosi che mi hanno dato tanto, negli anni abbiamo lavorato perché gli studenti sentissero la scuola come la loro scuola e sapere di aver centrato l’obiettivo rende orgogliosi, ripaga di tante fatiche. Ci sono studenti molto bravi e con grandi capacità, eccellono non solo dal punto di vista didattico ma perché si spendono per la loro scuola».

Sicuramente saranno proprio i giovani a mancare al dirigente, non stare più tra loro sarà difficile. «Ho sempre detto che i numeri parlano più delle parole – prosegue – quando sono arrivato c’erano 6 ragazzi con disabilità, quest’anno ne avevo 22. Dimostrazione che il Valentini è una scuola inclusiva, aperta a tutti sin dal primo giorno. Non è facile di chiedere ai docenti di esserci per tutti, in attesa del supplente annuale, perché devi garantire il diritto di tutte le persone all’istruzione e ognuno è diverso dall’altro, trovare persone disponibili non è sempre scontato. La scuola è un luogo dove ci sono soggetti diversi con ruoli e funzioni diverse: però se non ci sono invasioni di campo ma apertura, confronto schietto e continuo, le cose funzionano bene. Anche con i genitori ho sempre avuto un buon rapporto, molti problemi li abbiamo affrontati e risolti insieme».

Tante soddisfazioni ma anche alcuni rimpianti, come il progetto dell’Isia che ancora non si è concretizzato e la riqualificazione dell’ex Borsa. «Mi dispiace chiudere un ciclo senza vedere nemmeno il cantiere intorno alla struttura dell’ex Borsa, sono anni che lottiamo perché venga restituita alla scuola quella parte fondamentale che risolverebbe infiniti problemi di spazio. Ora, che c’è un progetto i tempi burocratici sono lunghissimi e forse tra tre anni vedrò la nuova struttura e spero venga consegnata alla scuola».