Le relazioni del consulente della Procura e le memorie della difesa non bastano. Per capire se Apl, la società chiamata a completare la Pedemontana con il tratto brianzolo, è insolvente, ci vuole un’altra perizia. Così il Tribunale di Milano, prima di decidere sull’istanza di fallimento presentata dai pm milanesi (i titolari sono Giovanni Polizzi e Paolo Filippini) , ha deciso di chiedere a un consulente di analizzare i conti della società.
LEGGI Pedemontana, i giudici decidono sul fallimento
La Procura riprende le conclusioni presentate dal consulente Roberto Pireddu e afferma l’insolvenza di Apl e la necessità del fallimento. A sostegno di questa tesi ci sono diversi elementi: l’incertezza dovuta al contenzioso con la Strabag, che ha eseguito lavori per l’autostrada che si sono rivelati più costosi del previsto, i problemi di riscossione dei pedaggi, il probabile aumento dei costi per la bonifica del territorio a causa della presenza di diossina, fino all’insufficienza della garanzia messa dalla Regione (450 milioni invece di 1,2 miliardi) per reperire i finanziamenti per continuare l’opera.
Su queste basi, insomma, non sarebbe possibile garantire la continuità aziendale, tanto più che nei bilanci dal 2014 in poi non sono state iscritte le voci opportune per un fondo rischi che mettesse al riparo la società da futuri scenari negativi. I pm, sulla scorta del loro consulente, ritengono che i soldi pubblici messi a disposizione (oltre 800 milioni) non siano stati utilizzati secondo quanto stabilito dalla convenzione e che siano stati generati ulteriori costi per oneri finanziari pari a più di 30 milioni, ipotizzando poi un aggravamento della situazione finanziaria anche di Serravalle, che controlla Apl.
La difesa da parte sua ricorda che, come annunciato pubblicamente dalla società a inizio agosto, il traffico sulle tratte già aperte è in aumento così come il ricorso alle modalità automatiche di pagamento, che il contenzioso con Strabag non ha peso sulla valutazione dell’insolvenza e che comunque non ci sono creditori che si sono fatti avanti per reclamare soldi. Sullo sfondo c’è anche la considerazione di Apl come società a partecipazione pubblica che quindi sta realizzando un’opera di utilità sociale. Ora però si aspetta la nuova perizia.