Pedemontana, i giudici decidono sul fallimento

In tribunale a Milano atteso il pronunciamento sul fallimento di Pedemontana. Apl parla di traffico e pagamenti in aumento, ma per i pm resta il nodo del finanziamento dei lavori delle tratte mancanti.
Pedemontana a Como
Pedemontana a Como Andrea Butti

Pedemontana ha sostenuto gli esami di settembre e resta in attesa del verdetto dei giudici sull’istanza di fallimento. Lunedì scorso nel Tribunale di Milano si è svolta un’altra udienza per analizzare la richiesta presentata dalla Procura della Repubblica del capoluogo lombardo, secondo la quale Apl, la società alla quale è stata affidata la realizzazione dell’autostrada che dovrà collegare Varese a Bergamo ora costruita solo in parte, non ha sufficiente liquidità e non è in grado di garantire la continuità aziendale.

Un’udienza di tre quarti d’ora che ha chiuso la fase di acquisizione degli elementi sulla base dei quali verrà presa una decisione sul fallimento.


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La Procura (pm Roberto Pellicano, Giovanni Polizzi, Paolo Filippini) ha basato la sua richiesta sulle relazioni stilate sui bilanci 2015 e 2016 dal consulente Roberto Pireddu, con studio a Seregno. Apl, da parte sua ha depositato le sue memorie di risposta. Ora toccherà a un collegio giudicante, composto da Guidò Macripò e da due colleghi, stabilire se l’istanza è fondata o meno.

Apl punta sull’assenza fino a questo momento di istanze di fallimento presentate dai creditori. Quella depositata in Tribunale, infatti, è opera dei pubblici ministeri che esercitano la facoltà concessa loro dalla legge di presentare una richiesta di fallimento ai giudici civili sulla base di elementi raccolti dalla Procura.

Non solo, all’inizio di agosto la società ha annunciato che il traffico sui tratti di Pedemontana già aperti e l’utilizzo dei sistemi di pagamento automatici sono in aumento. La A36 (tratta A e B1) che rappresenta l’85 per cento dei ricavi complessivi, nei mesi tra gennaio e luglio 2017 fa segnare un incremento del 27 per cento. Incrementi che valgono anche per la tangenziale di Como (più 31 per cento) e per quella di Varese (più 8 per cento). Il fatturato di Telepass e dei pagamenti occasionali sono aumentati. Dopo la presentazione dell’istanza di fallimento, inoltre, il Cipe ha approvato un atto aggiuntivo per una defiscalizzazione dei lavori da 380 milioni. Per la Procura, invece, resta soprattutto il nodo del reperimento dei fondi per continuare i lavori che consentiranno di realizzare anche il tratto brianzolo dell’arteria stradale. Per il rilancio di Pedemontana la Regione ha già assicurato 450 milioni, ma secondo quanto riferito anche nello stesso bilancio 2016 di Apl, in realtà l’importo della garanzia necessario per procacciare il finanziamento necessario per sostenere l’opera supera il miliardo di euro .

Per non parlare poi del contenzioso per i lavori eseguiti dalla Strabag (secondo l’azienda per 3 miliardi). I tentativi di risolverlo con un accordo bonario fino a questo momento sono andati falliti e la vicenda pende ancora come una spada di Damocle sul futuro della società. Tutti elementi che, insieme ad altri, dovranno essere valutati dai giudici del Tribunale milanese che si sono riservati di decidere. In quanto tempo non è dato sapere.