Ospedale San Gerardo di Monza capofila del progetto di monitoraggio dopo le dimissioni per Covid: i risultati

L’Unità Operativa Complessa di Pneumologia dell’Asst di Monza in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca è stata capofila di un progetto di monitoraggio a 6 e 12 mesi dalla dimissione ospedaliera dei pazienti ricoverati per polmonite da SARS-CoV-2
Covid ospedale San  Gerardo Monza - foto Areu /Martina Santimone
Covid ospedale San Gerardo Monza – foto Areu /Martina Santimone

Un importante studio riguardante i pazienti affetti da Covid ha visto protagonista l’ospedale san Gerardo di Monza. I dati emersi stanno consentendo ai sanitari di approfondire meglio le conseguenze e gli effetti a lungo termine della malattia. L’Unità Operativa Complessa di Pneumologia dell’Asst di Monza in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano-Bicocca è stata capofila di un progetto di monitoraggio a 6 e 12 mesi dalla dimissione ospedaliera dei pazienti ricoverati per polmonite da SARS-CoV-2. Lo studio ha coinvolto sette centri lombardi (oltre all’ospedale “San Gerardo” di Monza, anche gli “Spedali Civili” di Brescia, l’Ospedale “G. Salvini” di Garbagnate Milanese, gli Ospedali di Cremona, di Crema, di Vimercate e l’Ospedale “San Giuseppe” di Milano) nei quali sono state eseguite visite pneumologiche comprensive di prove funzionali respiratorie e radiografie del torace su 312 pazienti.

LEGGI Legami tra Covid ed embolia polmonare: ricerca dell’ospedale di Vimercate su una prestigiosa rivista medica internazionale

LEGGI Lo studio dell’ospedale di Seregno: l’importanza della riabilitazione respiratoria nei pazienti colpiti da Covid

Nel mese di novembre 2020 si sono concluse le visite a sei mesi dalla dimissione e i dati sono stati oggetto di un articolo in pubblicazione sulla rivista scientifica Respiration, mentre il follow-up a 12 mesi si sta completando in questi giorni.

Lo studio ha mostrato che – sei mesi dopo la polmonite da SARS-CoV-2 – le alterazioni delle prove funzionali respiratorie e della radiografia del torace sono presenti in una percentuale considerevole della popolazione che è stata oggetto dello studio. In particolare, i due esami che hanno meglio individuato le sequele polmonari sono stati quello riguardante la diffusione alveolo-capillare del monossido di carbonio (DLCO), che costituisce un parametro misurabile nell’ambito delle prove funzionali respiratorie, e la radiografia del torace che hanno mostrato delle alterazioni rispettivamente nel 46% e nel 25% dei pazienti valutati.

Va, comunque, sottolineato che le alterazioni riscontrate nei pazienti erano nella maggioranza dei casi di grado lieve. Inoltre, per quanto concerne il permanere di sintomi respiratori, quali la mancanza di fiato, la maggioranza dei pazienti studiati (69%) a distanza di sei mesi dalla polmonite da SARS- CoV-2 non presentava più questo sintomo. Coloro che dichiaravano questo disturbo precisavano che esso si manifestava quasi esclusivamente durante sforzi intensi.

Anche per quanto riguarda il test del cammino solo una minoranza dei partecipanti allo studio mostrava una riduzione della distanza percorsa. Un altro dato interessante emerso dallo studio ha riguardato la profilassi con eparina somministrata durante il ricovero, al fine di prevenire le trombosi associate a Covid-19. Nei pazienti ricoverati al San Gerardo, questa profilassi sembra aver agito da fattore protettivo sul riscontro di alterazioni delle prove funzionali respiratorie anche a distanza di sei mesi, aprendo nuovi scenari sull’impatto della terapia per Covid-19 anche nel prevenire le conseguenze a medio-lungo termine.

“La nostra ricerca – ha sottolineato il direttore generale della Asst Monza Mario Alparone – costituisce il primo studio multicentrico italiano ad affrontare il problema delle sequele polmonari a sei mesi dalla polmonite da SARS-CoV-2, e ci permetterà di valutare meglio gli effetti a lungo termine sui pazienti che hanno contratto questa malattia, le cui conseguenze, a tutt’oggi, non sono ancora totalmente conosciute”.