Riconosciuta l’attenuante del concorso di colpa nel processo per omicidio stradale a Francesco Orlando, 31 anni, arrestato nel giugno 2016 a seguito dell’incidente costato la vita a Fabiola Trenzani, ventiquattrenne di Seveso. L’artigiano di Cesano Maderno è stato condannato mercoledì dal gup del tribunale di Monza Patrizia Gallucci alla pena di cinque anni e quattro mesi di reclusione.
La tragedia del 12 giugno di due anni fa lungo la Statale dei Giovi, a Barlassina, fu il primo caso dell’applicazione in Brianza della nuova normativa in tema di omicidio stradale.
In attesa delle motivazioni del provvedimento, è emerso che la sentenza, a fronte di una richiesta dell’accusa a 8 anni (senza la diminuzione di un terzo del rito abbreviato sarebbero stati 12, ossia il massimo della pena). Pena ridimensionata dunque, rispetto alle conclusioni della procura, per Orlando, difeso dall’avvocato Gianluca Crusco. L’uomo è stato anche condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e al risarcimento dei danni con una provvisionale di 30mila euro alla mamma della giovane vittima che si è costituita parte civile al processo.
Al momento del sinistro, il brianzolo era risultato positivo all’acoltest. L’imputato, davanti al giudice, ha contestato la ricostruzione della dinamica del sinistro costato la vita alla giovane Fabiola Trenzani, studentessa universitaria della Bicocca, che abitava all’Altopiano di Seveso. Il tribunale ha celebrato il processo il rito abbreviato, condizionato all’audizione del consulente tecnico.
Secondo quanto emerso all’epoca del fatto, avvenuto la notte tra l’11 e il 12 giugno lungo la statale, la ragazza, al volante della sua Fiat Panda, si stava immettendo sui Giovi da via Monte Grappa. Aveva intenzione di svoltare a sinistra, verso il centro di Seveso. La Cadillac condotta da Orlando, invece, viaggiava in direzione Barlassina: l’impatto è stato molto violento. L’utilitaria della giovane è stata sbalzata per metri, verso via Monte Santo. Il trentenne era stato arrestato, come prevede la normativa introdotta nel marzo 2016, con l’accusa di omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebbrezza.
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