«Non servono adulti che hanno le risposte, ma la capacità di esserci»

Le fragilità, le dipendenze, anche la violenza: la lettura del mondo giovanile di Renata Nacinovich del San Gerardo-Bicocca.
Irccs San Gerardo Monza Renata Nacinovich
Irccs San Gerardo Monza Renata Nacinovich Fabrizio Radaelli

Renata Nacinovich è direttore dell’unità operativa complessa di neuropsichiatria infantile dell’Irccs San Gerardo – Bicocca. Dal suo punto di osservazione privilegiato guarda ai giovani minori di oggi e commenta i recenti fatti di cronaca che li hanno visti protagonisti nel nostro territorio.

Fragilità e dipendenze tra i giovani: c’è una crescente esposizione alla pressione

Professoressa cosa sta succedendo ai nostri giovani?
«In generale, gli adolescenti di oggi si trovano ad affrontare sfide uniche rispetto alle generazioni precedenti a causa dei cambiamenti nella società, nel mondo della tecnologia e della cultura. Il futuro spesso appare incerto, senza prospettive per la crisi del mondo del lavoro, il riscaldamento globale, la pandemia, le guerre. C’è una crescente esposizione alla pressione dei social media, alla ricerca dei “like”, col rischio della vergogna di un giudizio negativo moltiplicato in modo esponenziale dalla rete che diviene insopportabile e destruente. Si osserva purtroppo talvolta anche un senso di vuoto, perdita di speranza e della capacità a immaginarsi un futuro».

Sono più fragili rispetto alle generazioni passate ? Hanno ancora punti di riferimento?
«Nonostante l’iperconnessione spesso ci sono sentimenti di grande solitudine e di vuoto. A volte la precedente eccessiva “protezione” dei genitori rende intollerabili le minime frustrazioni, quasi non fosse stata fatta esperienze e mancassero gli “anticorpi” rispetto a un possibile insuccesso. La famiglia e le amicizie possono essere una fonte di forza e supporto per i giovani adolescenti, ma anche una fonte di stress e conflitti. L’adolescente non ha bisogno tanto di qualcuno che gli trovi una soluzione per uscire dai suoi momenti di crisi, ma di un adulto che non si spaventi, che sia in grado di ascoltarlo, di accettarlo anche nelle sue difficoltà. Come genitori più che il saper fare è importante il saper esserci. Cosa non semplice».

Fragilità e dipendenze tra i giovani: adolescenza periodo di cambiamenti e incertezze

Cosa vogliono comunicare con gesti estremi o con comportamenti che sfidano la morte?
«L’adolescenza è un periodo di cambiamenti e incertezze, e molti adolescenti possono sentirsi confusi, ansiosi o in difficoltà ad affrontare le sfide della vita. L’impulso di sfidare la morte può essere un modo per cercare di affrontare questi sentimenti difficili, ma può anche essere un segnale di una depressione o di un’altra patologia. Gli adolescenti che fanno gesti estremi non considerano davvero l’effettiva pericolosità delle loro azioni. D’altra parte nell’adolescente è fisiologicamente ancora immaturo il pensiero strategico che considera tutte le possibili conseguenze prima di agire».

Perché anche tanta violenza tra bande?
«Ci possono essere diverse cause alla base della violenza tra gli adolescenti. Va considerata l’influenza dalla cultura circostante e dalla società in cui vivono, talvolta una difficoltà a distinguere tra realtà virtuale e realtà quotidiana come ad esempio videogiochi o film violenti. Problemi di salute mentale, l’uso e abuso di droghe e alcol, possono slatentizzare o aggravare comportamenti auto e/o eteroaggressivi».

Qual è la situazione in reparto? Riuscite a garantire una presa in carico?
«Il nostro reparto, come tutti gli altri reparti di Npi della regione, sta rispondendo alle necessità sia programmate che urgenti, queste ultime in continua crescita. I minori con anoressia, autolesionismo, che abbiano tentato il suicidio, o con altre patologie gravi, hanno bisogno di più giorni di degenza, durante i quali occorre lavorare sia con loro che con i genitori. Fondamentale è la possibilità di presa in carico territoriale in continuità con il lavoro in ospedale, anche per ridurre il più possibile la necessità di ricorrere al ricovero».

Fragilità e dipendenze tra i giovani: trend in aumento di disturbi neuropsichiatrici

Il lockdown è responsabile?
«Da anni si osserva un trend in aumento dei disturbi neuropsichiatrici in età evolutiva, stimato dalla Sinpia (Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza) tra il 5 e il 10% all’anno, a cui oggi si sommano le conseguenze della pandemia. Le misure intraprese per il contenimento hanno avuto e continueranno ad avere effetti considerevoli nella vita delle persone, specialmente quelle più giovani, con ripercussioni sul loro benessere. I diritti dei bambini e dei ragazzi – al gioco, allo sport, al tempo libero, allo sviluppo delle potenzialità, alla socializzazione – sono stati compressi e messi in secondo piano; la sospensione delle attività educative in presenza hanno limitato le occasioni di apprendimento, di crescita, di scoperta e di confronto che avvengono a scuola. Oggi assistiamo a un long covid psicopatologico di cui vediamo ogni giorno le conseguenze nell’aumento degli accessi al pronto soccorso, e delle richieste di aiuto, talvolta veicolate da agiti pericolosi per sé e/o per gli altri. La pandemia ha anche portato a un aumento del tempo online e a maggiore isolamento sociale».