Benvenuti a “Monza 2”. L’area dell’ex Garbagnati, a San Rocco, si prepara a cambiare pelle: quello siglato tra l’amministrazione comunale e la Giacomo Garbagnati Spa è un accordo che prevede (entro sei anni) la completa trasformazione urbanistica di un sito di oltre 60mila metri quadri dove, per oltre un secolo e fino al 2013, è stata attiva una società che si è occupata del candeggio, della tintura e del finissaggio di articoli per l’abbigliamento e per la biancheria della casa.
«Viste le dimensioni dell’area e le caratteristiche dell’intervento – ha spiegato l’assessore l’assessore allo Sviluppo del territorio e all’Urbanistica Martina Sassoli durante il sopralluogo organizzato martedì mattina in via Val d’Ossola, terza tappa del tour alla scoperta delle aree dismesse della città – qui sta per prendere vita un vero e proprio progetto pilota. Il destino di questa “perla dimenticata” è già stato fissato e concordato: qui, a differenza delle altre aree visitate nelle scorse settimane, qualcosa già si muove».
Com’è e come sarà
Con la collaborazione di Arpa, due dei quattro lotti di terreno sono già stati bonificati: il progetto parte proprio da qui, dalla bonifica integrale del sito che si aprirà alla fruizione pubblica.
E poi? «All’incrocio tra via Val d’Ossola e via Monte Grappa sorgerà la nuova piazza – ha spiegato l’amministratore delegato della Giacomo Garbagnati Spa, Gennandrea Mancone – su cui si affacceranno le funzioni al servizio della residenza, tra cui una palestra e un asilo nido: la piazza e gli assi pedonali si svilupperanno per una superficie di oltre quattromila metri quadri. Attorno a questi spazi sono previste le residenze: due impianti “a corte” alti al massimo cinque piani. 22mila i metri quadri destinati a residenza: di questi, duemila saranno in affitto a canone convenzionato».
Graviterà attorno alla piazza l’edificio di sei piani dove saranno collocate attività di carattere ricettivo e residenziale. Verso sud, lungo le anse del Lambro, prenderà vita il nuovo parco Garbagnati: 23mila metri quadri di verde a cui se ne aggiungono, oltre la sponda destra del fiume, altri 40mila con destinazione agricola.
«L’intervento prevede la creazione di un sistema di percorsi ciclopedonali che si innesteranno all’interno del parco – ha proseguito Mancone – che costeggeranno la sponda del fiume e che lo scavalcheranno, per unirsi alle ciclabili già esistenti lungo il canale Villoresi: puntiamo sullo sviluppo della mobilità dolce». L’amministrazione rassicura: «Nessun rischio idrogeologico – ha precisato Sassoli – Questo intervento è simbolo della Monza del 2018: di una Monza che accetta di cambiare pelle».
Le interviste