Monza ricorda i “suoi” giudici. Lo fa con un convegno che è qualcosa di più di un semplice incontro per addetti ai lavori. È una giornata interamente dedicata, divisa in due momenti, uno per i professionisti del diritto e dell’informazione, l’altro aperto alla cittadinanza.
D’altronde Walter Mapelli e Giuseppe Airò – due colonne della magistratura monzese – così concepivano la giustizia: “al servizio del cittadino”. E allora è giusto che la giustizia risponda alle domande del pubblico.
Per questo, sabato 8 febbraio, al Salone delle feste della Villa reale dalle 15.30 in poi, il docente di sociologia Nando Dalla Chiesa, Piercamillo Davigo, consigliere del Consiglio superiore della magistratura, l’avvocato monzese Raffaele Della Valle e il procuratore aggiunto monzese Manuela Massenz risponderanno alle domande del pubblico, naturalmente su questioni inerenti il mondo del diritto e giudiziario. Il tutto, da programma, avverrà sotto la conduzione di Milena Gabanelli, giornalista, per anni volto e anima della trasmissione Rai di giornalismo d’inchiesta Report.
Al mattino invece (a partire dalle nove), la parte riservata ad avvocati, giudici, e giornalisti, sul tema “Giustizia e informazione”, con gli interventi previsti di Ennio Amodio, professore emerito di procedura penale alla Statale, il procuratore di Milano Francesco Greco e il suo collega di Napoli Giovanni Melillo, l’avvocato Andrea Soliani, presidente della camera penale di Milano, e il legale monzese Attilio Villa, presidente del consiglio distrettuale di disciplina degli avvocati (modera Giuseppe Guastella cronista giudiziario del Corriere della Sera).
Un evento voluto dall’associazione nazionale magistrati, dall’ordine degli avvocati di Monza e da quello regionale lombardo dei giornalisti, per ricordare due figure carismatiche come Walter Mapelli e Giuseppe Airò.
Il primo è scomparso ad aprile dello scorso anno. Per anni è stato uno dei magistrati di punta della procura di Monza, pubblico ministero specializzato nella repressione nel contrasto dei reati economici. Brianzolo doc (casa a San Biagio), era famoso per la sua tenacia nella caccia ai patrimoni nascosti all’estero, in grandi inchieste di riciclaggio ed evasione, oltre che nella lotta alla corruzione. La malattia lo ha vinto quando guidava la procura di Bergamo. Al suo funerale, il Duomo era pieno di autorità e gente comune.
Pochi mesi dopo, a novembre, un altro vuoto incolmabile si è aperto a palazzo di giustizia, con la morte di Giuseppe Airò, presidente della sezione penale e della Corte d’assise, per 40 anni in servizio in piazza Garibaldi. Ha giudicato processi delicatissimi. Inconfondibile il suo stile, il suo modo di tenere l’aula, la sua sensibilità verso l’aspetto umano delle tante vicende che caratterizzano la vita giudiziaria. Da sempre promotore di tante pratiche per il miglioramento dell’efficienza degli uffici. Entrambi hanno lasciato moglie e figli, oltre al ricordo indelebile in amici e colleghi.