La cerimonia della luce è fissata per il primo dicembre. Le luminarie del centro storico si accenderanno e daranno il via all’edizione 2018 di Monza Christmas Village. Intanto però c’è chi pensa a istituire perfino una tassa sul Natale. Una piccola cifra annua tra i commercianti del centro storico per pagare ogni anno gli addobbi delle feste.
La proposta arriva da Andrea Perfetti dell’Ottica Barzaghi al ponte dei Leoni. Lui è il referente per via Vittorio Emanuele e ha letteralmente bussato a tutte le vetrine dei colleghi della via chiedendo a ciascuno di partecipare alle spese per le luci per coprire almeno in parte gli 11 mila euro che servono.
«Quest’anno è andata molto meglio che in passato – spiega – l’esperienza del Natale dell’anno scorso con luminarie tutte coordinate in centro è piaciuta. Abbiamo 48 adesioni, due indecisi e una decina di no». Tra i no, a parte qualche esercizio storico che è da sempre contrario, ci sono le banche e grossi marchi da Benetton a Footlocker, da Sergent Major a Jeckerson Jeans. «È un peccato. Stiamo pensando anche ad una vetrofania per premiare chi ha contribuito ad illuminare la via». «Bisogna stanare chi non paga – propone Antonio Deriu del bar del Ponte – ma forse il comune avrebbe dovuto continuare a darci una mano».
«Abbiamo aderito anche quest’anno – conferma Marzio Monguzzi del negozio di scarpe- peccato che siamo proprio i più grandi spesso a tirarsi indietro». Anche in via Carlo Alberto, dopo il black out di due anni fa e il Natale sponsorizzato dello scorso anno i commercianti sono tornati a mettere mano al portafoglio. Servono 9mila euro per addobbare la via e a raccogliere le quote di partecipazione è Simonetta Cogliati di “Madame Sicò”. «Due anni fa avevamo sei paganti su 65 negozianti -dice- allora per protesta abbiamo fatto installazioni solo davanti ai singoli negozi -spiega- adesso abbiamo 50 adesioni anche alcuni grandi gruppi, mentre per altri soprattutto le banche è difficile riuscire ad avere autorizzazioni. Anche tra di noi c’è chi vorrebbe vedere il proprio nome su un banner, io vado oltre. Penso che il Natale senza luci non avrebbe atmosfera e che è giusto che siano i commercianti a rendere più bella la loro via. Il Comune si impegni su altri fronti come le buche per strada».
«La città cambia volto -è il commento di Paolo Pessina- ma se non vogliamo diventare la periferia di Milano dobbiamo tenere alta l’asticella. Eventi e luminarie di grande qualità per essere attrattivi».
In via Italia la situazione sembra più difficile. Qui i costi dell’illuminazione sono di 15mila euro, ma Giusi Camuncoli di La Perla che con la collega Nicoletta Canali è stata in ogni negozio ha incassato 52 sì, 26 no «e anche qualche porta in faccia». «Noi abbiamo aderito subito – spiega Pietro Tremolada della gioielleria Canali- le luminarie dello scorso anno mi sono piaciute e anche se quest’anno non abbiamo lo sponsor che le offre paghiamo volentieri per una città più bella».
A dire no al pagamento degli addobbi ci sono soprattutto le grandi catene, ma non tutte. Pagano Zara, Pupa, Intimissimi, Max&Co, Nespresso, Pandora, Sephora, Yamamay, Hogan e Luisa Spagnoli, Furla Olio Carli e Carpisa. Non pagano Kiko, Rinascente, Oviesse, Geox, Golden Point, Fastweb . «Lo scorso anno la nostra illuminazione dell’arengario è finita su Elle Décor insieme alle luci di Parigi -dice Camuncoli- bisogna creare attrattiva , portare gente a Monza altrimenti la città muore. Forse commercianti stanno iniziando a capire che bisogna fare squadra».
Concorda l’assessore Massimiliano Longo: «Ringrazio chi ha aderito, chi ha preso l’iniziativa di occuparsi della propria via e invito gli altri a ragionare in una prospettiva futura per il bene del commercio della città e per una questione di correttezza nei confronti di chi paga. Si chiede ai commercianti di contribuire con 150 euro a parziale copertura, ma ci sono anche quest’anno investitori privati che ci aiutano per illuminare il centro, ma non solo. Però niente tassa sul Natale, è una cosa che non mi piace».n