I cittadini le chiamano multe pazze, per l’amministrazione comunale è «quanto registrato indelebilmente dall’occhio elettronico». Due fronti contrapposti quelli che si sono creati nelle scorse settimane tra i residenti del centro storico e gli uffici di piazza Trento e Trieste.
Il motivo? Secondo chi abita all’ombra del duomo e dell’Arengario, il protrarsi dei lavori per la riqualificazione di via Vittorio Emanuele: «Si sono prolungati ben oltre l’11 gennaio scorso: la deviazione è rimasta in vigore per almeno altre due settimane, nonostante il varco Ztl fosse stato riattivato».
Un passo indietro: a riordinare i fatti un residente di via Moriggia – uno dei tanti multati.
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«Il transito lungo via Vittorio Emanuele è stato vietato nel momento in cui sono partiti i lavori per il rifacimento della sua pavimentazione. Per questo motivo era stata predisposta una deviazione lungo la piazza del tribunale, le vie Garibaldi, De Amicis e vicolo Carrobiolo. Previsto quindi il passaggio attraverso il varco Ztl di vicolo Scuole, in quel periodo disattivato, per raggiungere così via Carlo Alberto».
Poi, però, qualche intoppo (o una mancanza di comunicazione tra i diversi uffici, come suggeriscono i residenti) deve esserci stata: il varco Ztl è stato riattivato. Ma i lavori non erano finiti, spiegano, né tantomeno era stata rimossa la deviazione.
I residenti, «centinaia», si sono così ritrovati sul capo altrettante multe: «Ricevute ingiustamente».
Ma la posizione del Comune lascia poco margine di manovra: «L’amministrazione, non appena è venuta a conoscenza della situazione, ha cercato con gli uffici competenti di indagare il problema, per capire se vi fossero state eventuali inosservanze da parte del Comune».
I referenti del settore Strade viabilità e reti sono stati interpellati e una relazione da parte del dirigente di settore ha messo nero su bianco i dettagli degli interventi eseguiti: il documento confermava che «tutte le misure previste in casi analoghi dal codice della strada» erano state messe in campo. Da palazzo sottolineano anche che «la Polizia locale non ha vessato alcuno, ma si è limitata ad accertare quanto registrato indelebilmente dall’occhio elettronico, senza possibilità di applicare discrezionalità di sorta a posteriori»: non è stato quindi possibile «applicare interventi correttivi».
L’unico spiraglio? Nel caso in cui la sanzione non sia già stata pagata, la possibilità di fare ricorso al prefetto o al giudice di pace entro i termini riportati sul verbale.