Inaugurato al San Gerardo di Monza il rinnovato reparto di neuropsichiatria infantile. Il taglio del nastro nel pomeriggio di lunedì 5 dicembre, dopo il trasferimento nella nuova palazzina avancorpo dell’ospedale.
L’Unità operativa di Neuropsichiatria, diretta dalla professoressa Francesca Neri, rientra nella rosa delle tre uniche Unità presenti in regione (insieme agli Spedali Civili di Brescia e al Mondino di Pavia) per l’accoglienza in degenza di situazioni di emergenza-urgenza fino ai 18 anni, provenienti direttamente dal Pronto soccorso o trasferiti da altri ospedali.
Presenti alla cerimonia il direttore generale della Asst di Monza, Matteo Stocco, e il vicepresidente della Regione Fabrizio Sala.
«Con questo trasferimento si avvia alla conclusione la prima fase dei lavori. Questo reparto in particolare è uno dei nostri fiori all’occhiello con oltre duemila accessi l’anno. Il progetto del giardino, anche grazie all’associazione Abio, rappresenta una ulteriore “terapia” per il bene dei pazienti ricoverati», ha detto Stocco.
«L’ospedale San Gerardo si conferma un’eccellenza della nostra sanità – ha commentato il vicepresidente di Regione Lombardia e assessore alla Casa, Housing sociale, Expo e Internazionalizzazione delle imprese Fabrizio Sala – Questo è un reparto che rappresenta un orgoglio. Con questa nuova struttura si apre un percorso all’insegna dell’innovazione che caratterizza la sanità lombarda e che, grazie al voto referendario, possiamo ora dire che sarà una caratteristica che manterremo anche in futuro».
Il reparto è aperto all’interno del San Gerardo dal 1988, è stato tra i primi reparti clinicizzati diretti da personale universitario dell’Università di Milano, polo di Monza, divenuto in seguito Università Milano Bicocca. E fin da subito, unica tra tutte le Npi lombarde, aveva attivato un servizio di reperibilità continua sul Pronto soccorso pediatrico e generale, consentendo così una risposta al problema dell’urgenza in ambito psichiatrico 0-18 anni.
I numeri forniti dall’azienda ospedaliera dicono che il reparto di 10 letti con degenza media di 13 giorni è passato dall’accogliere situazioni di urgenza nel 2001 in una percentuale del 23% dei ricoveri totali, al 2014 in cui il 46% dei ricoveri è urgente e l’età media dei ricoverati è di 15 anni. Lo scorso anno l’occupazione dei posti letto è stata del 138% per la necessità di trovare una collocazione urgente in assenza di posti letto specifici per l’età adolescenziale.
Il reparto attualmente è accreditato per 15 letti con otto stanze per un totale di circa 1.500 metri quadrati. Al suo interno funziona un servizio di neurofisiologia e un Day hospital per disturbi del comportamento alimentare che l’anno scorso ha superato i 2.100 accessi riservato a pazienti sotto i 18 anni, in collegamento con le sedi territoriali e con la comunità terapeutica di Desio.
«In linea con i lavori del Gruppo di approfondimento tecnico regionale (Gat) sull’urgenza-emergenza adolescenziale – sottolinea la professoressa Neri – il ricovero per disturbi psichici dell’età evolutiva dovrebbe poter avvenire in luoghi con caratteristiche specifiche per l’età evolutiva e l’adolescenza, sia dal punto di vista strutturale sia delle competenze cliniche e allo stesso tempo il più vicino possibile ai luoghi di residenza e di presa in carico dei ragazzi, per l’importanza di salvaguardare la continuità delle relazioni familiari e sociali e per la difficoltà a costruire un idoneo progetto di dimissione e raccordo con il sistema dei servizi quando il ricovero avviene a significative distanze dalla residenza. Lo stretto raccordo con la rete dei servizi di NPIA è indispensabile per minimizzare il ricorso al ricovero stesso, per facilitare la dimissione protetta, per garantire la possibilità di ammissione al reparto in tempi stretti e per ottimizzare l’utilizzo di risorse. Nell’ambito del ricovero deve essere garantito un approccio multidisciplinare, globale e integrato, l’adeguato utilizzo di strumenti per la valutazione della gravità della sintomatologia e interventi basati sulle evidenze. Deve inoltre essere garantita l’accessibilità al paziente da parte della sua famiglia e degli stakeholders istituzionali. Tutto ciò è rappresentato dal progetto dell’attuale reparto studiato sia dal punto di vista della sicurezza sia della fruibilità. La buona qualità della struttura, l’appropriatezza degli arredi anche in considerazione dell’età, il rispetto dei principi e delle norme di sicurezza, l’ampiezza degli spazi e la loro fruibilità, la possibilità di svolgere attività ricreative o di laboratorio con personale appositamente preparato, la disponibilità di camere con bagno singole o doppie, nelle quali possano essere ospitati eventualmente i genitori o gli educatori, spazi specificamente attrezzati in modo differenziato per l’età infantile e adolescenziale, la qualità e la modalità di effettuazione dei pasti, diventano tutti fattori che contribuiscono a determinare il clima di reparto, in senso contenitivo delle emozioni di angoscia e delle sue manifestazioni agite.
In questo senso si inserisce anche il progetto per la realizzazione di un giardino, che gli ospiti potranno contribuire ad abbellire».