Alcuni mesi fa gli agenti della polizia di Stato di Monza lo avevano notato armeggiare intorno a una siepe, davanti a un bar di via Col di Lana. Lo avevano fermato e gli avevano chiesto di mostrare il contenuto di un sacchetto che aveva preso: più di 11mila euro in contanti.
Sospetti, certo: anzi più che sospetti, ma non sufficienti per accusare quell’uomo, nato nel 1990 in Marocco. Ma gli agenti lo avevano riconosciuto: aveva precedenti per spaccio. E allora indagini. Le indagini condotte dal commissariato da maggio a oggi hanno permesso di arrestare il 27enne e portarlo in carcere a Monza in attesa di processo.
Dalla fine di maggio a oggi gli agenti hanno passato al setaccio l’attività dell’uomo. Dopo avere controllato le sue telefonate la polizia si è resa conto che consistevano tutte in pochi secondi di conversazione: decine di chiamate ricevute per mettersi d’accordo su quantità di droga e prezzo, ne hanno dedotto gli investigatori. La conferma è arrivata direttamente dai clienti, contattati dagli agenti nelle settimane successive, che hanno descritto modalità, tecnica e prezzi dell’attività di pusher dell’arrestato.
Circa 40 euro a dose, con dosi di cocaina da 0,3 grammi, che venivano vendute all’esterno del bar di via Col di Lana: un colpo di telefono, l’accordo, poi l’arrivo all’angolo con via San Gottardo dove lo spacciatore, se non aveva addosso la cocaina, andava a recuperarla nella siepe dove gli agenti, a fine maggio, l’avevano visto estrarre il sacchetto contenente 11.650 euro in banconote di piccolo taglio. Per togliersi qualsiasi dubbi, gli agenti hanno mostrato alle persone interrogate una serie di foto inclusa una del sospetto, sempre identificato dai clienti.
A quel punto il commissariato ha deciso di agire e ha arrestato l’uomo, colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in cercere.