È stato assolto dall’accusa di omicidio colposo l’operaio che, mentre lavorava su un camion dei rifiuti, per una ditta appaltata dalla Cem, a Mezzago aveva travolto una settantaquattrenne uccidendola. Il processo, che è stato celebrato con rito abbreviato si è chiuso la scorsa settimana, davanti al Gup Silvia Pansini di Monza, che ha riconosciuto l’operaio italiano di 53 anni non colpevole, in quanto non avrebbe visto la donna, a causa di un cono d’ombra nella visuale del suo mezzo.
Un procedimento comunque in discesa quello che aveva visto l’operaio indagato come atto dovuto sin dall’inizio e poi imputato, anche a causa del risarcimento versato, che aveva convinto i parenti della vittima a non costituirsi parte civile, e poi grazie ad una perizia cinematica disposta dal Tribunale.
Mezzago: assolto l’operaio e il tragico incidente
A perdere la vita il 10 novembre 2022, poco dopo le dieci del mattino era stata Vincenzina Maggioni, 74 anni, pensionata residente in paese molto conosciuta da tutti come “Cinzia”, investita mentre transitava a piedi in via Fratelli Brasca, ovvero la strada di fronte al municipio.
Sul posto erano giunti in codice rosso il personale sanitario del 118, con un’ambulanza e un’automedica. Con loro anche i Carabinieri, gli agenti del Comando di Polizia Locale Brianza Est e i Vigili del Fuoco oltre al sindaco.
Purtroppo però i soccorritori non avevano potuto salvare la donna. Secondo le ricostruzioni la Maggioni, che per una vita aveva lavorato in un elegante negozio di via Paolo Sarpi a Milano e che si stava godendo la pensione, nell’intento di attraversare la strada, era stata agganciata e poi investita dal camion mentre questi si stava muovendo per procedere con la raccolta rifiuti. L’operatore alla guida sin da subito aveva lanciato l’allarme e aveva fatto di tutto per salvarla, ammettendo che purtroppo non l’aveva proprio vista.
Mezzago: assolto l’operaio e le indagini
Una dinamica alla quale la Procura non aveva mai creduto propendendo per una sua responsabilità colposa nel fatto. La perizia di ingegneria cinematica disposta dal giudice, alla fine, ha confermato che la vittima non avrebbe potuto essere vista dall’operaio alla guida, a causa della sua posizione in un angolo cieco, il cosiddetto “cono d’ombra” che ultimamente è al centro di polemiche relative ad incidenti simili che hanno visto come vittime ciclisti e pedoni a Milano.
Probabilmente il mezzo avrebbe dovuto dotarsi dei moderni dispositivi di rilevazione di pedoni in quei punti “critici” della visuale per evitare l’impatto con la signora 74enne di Mezzago.