L’indipendenza che regala una pinza, l’ansia da aereo, la scoperta di una cassa ribassata per gli acquisti self service. La capacità di problem solving (tanta) e di comunicazione (altrettanta) per poter vivere la disabilità liberamente. E anche “libera-mente”.
È così che Mattia Muratore ha reso riconoscibile il suo nuovo progetto narrativo: sui social, con brevi video con cui racconta la sua quotidianità.
Classe ’84, cresciuto ad Arcore, può essere definito tranquillamente – e senza timori d’arroganza – un punto di riferimento: convive dalla nascita con l’osteogenesi imperfetta e ha saputo trasformare ogni ostacolo in una possibilità. Dallo sport che ha vissuto da protagonista con gli Sharks Monza vincendo scudetti e laureandosi campione del mondo di Powerchair hockey, al lavoro (laureato in giurisprudenza, lavora all’Università Bicocca), alla vita che condivide con la moglie Erika e che sui social si propone nella divertente e solida versione di “Casa Muraletti”, dal trend di qualche tempo fa di unire i cognomi.
Mattia Muratore, problem solving e leggerezza per comunicare la disabilità “libera-mente”: il nuovo step in video del progetto narrativo
«Ho iniziato un progetto narrativo – ha raccontato qualche giorno prima del 3 dicembre, che è la Giornata mondiale delle persone con disabilità – Dalla pubblicazione del libro “Sono nato così, ma non ditelo in giro” sono passati quattro anni: quello è stato il primo step, le presentazioni non sono ancora terminate e sta andando tuttora molto bene. Adesso ho sentito di aver bisogno di qualcosa di nuovo, di trovare un altro modo per continuare a parlare e la comunicazione si è incanalata sui social: con reel, video e post, per raggiungere i più giovani».
I contenuti? «Racconto la disabilità secondo ciò che affronto nel quotidiano, quello che può capitare. Mi concentro su disabilità motoria che è la mia e che conosco meglio. Racconto come faccio determinate cose, gli strumenti che utilizzo, le soluzioni che ho trovato per me e che potranno magari essere utili a qualcun altro. O magari no, ma parlandone si inizia un confronto e gli spunti si moltiplicano. Cerco di spiegarmi in modo semplice e immediato, approfondisco termini che si sentono nel quotidiano e magari non tutti conoscono. Come “abilismo”, che è un pregiudizio e che vorrei contribuire a sfatare».
Come lavori? «Fare questi video non è semplice: ideare, riprendere, montare. Scrivere è la cosa per me più facile, registrarli è la parte faticosa ma anche divertente e può coinvolgere anche mia moglie o la famiglia. Ma se viaggio sul Triride mi organizzo: molto semplicemente uso un supporto che mi riprende. Racconto cose, faccio tutto con molta calma».
Mattia Muratore, problem solving e leggerezza per comunicare la disabilità “libera-mente”: messaggi utili per tutti
Cos’è il Triride? Come si può salire autonomamente sull’auto riponendo anche la carrozzina? Come si configura un’auto? Sono alcune delle risposte online, utili non solo a chi ha una disabilità. La mente si apre anche a chi disabile fisico non è.
Faccio cose, vedo gente direbbe Nanni Moretti. E Muratore di cose ne fa davvero tante: appassionato seguace di Ligabue, che l’aveva coinvolto nel suo film, da anni ad esempio racconta le difficoltà per una persona disabile di assistere a un concerto.
«Però ora vorrei proprio superare questo punto: non parlare di disabilità per qualche caso specifico, di denuncia. Con i miei video vorrei essere propositivo, dare idee per altri e venire a mia volta arricchito dal dialogo. Non solo le cose che non vanno ma anche spunti di utilità, sempre con leggerezza e ironia».
Mattia Muratore, problem solving e leggerezza per comunicare la disabilità “libera-mente”: abilismo e inspiration porn
E a dirla tutta, non solo sui social: «Vero, faccio sempre più incontri di persona e sono strutturati in tre modalità: le presentazioni del libro, quelli come ambasciatore degli sport paralimpici. E poi col racconto di abilismo e inspiration porn che riscuotono molto interesse e sono temi che non tutti conoscono».
Facendosi aiutare dalla Treccani, l’Inspiration porn è “in senso fortemente polemico, la rappresentazione oleografica e paternalistica delle persone con disabilità, trattate, per il solo fatto di essere tali, come modelli eroici e fonti di ispirazione per le persone che non presentano disabilità”.
Mattia Muratore, problem solving e leggerezza per comunicare la disabilità “libera-mente”: il 3 dicembre e il “se ne deve parlare”
Ed è anche per questo che a proposito del 3 dicembre pensa che “la giornata internazionale delle persone con disabilità avrà raggiunto il suo scopo quando non verrà più celebrata”.
Lo ha ribadito sui suoi social: “Non esiste una giornata internazionale per le persone calve, per le persone che portano gli occhiali o per le persone a cui piace vestirsi di arancione. Non esiste nemmeno una giornata internazionale per le persone “senza” disabilità. Perché, allora, deve esserci quella per le persone “con”? È finito il tempo delle attenzioni e del “se ne deve parlare”. La disabilità fa parte a tutti gli effetti della nostra società, è una caratteristica con cui tanti soggetti si trovano a convivere e dovrebbe essere semplicemente rispettata con norme, fatti e comportamenti sociali. Non ricordata e, soprattutto, non celebrata”.
“Il giorno in cui verrà istituita una giornata internazionale esclusivamente per i disabili nani in carrozzina, pelati, un po’ carogne, interisti e con la lingua biforcuta allora, forse, mi ci riconoscerò. Fino a quel momento, per quanto mi riguarda, il 3 dicembre resterà un giorno qualsiasi. Un altro giorno in cui tenterò, in ogni modo, di escogitare diabolici stratagemmi per vivere al massimo la mia vita e, soprattutto, per riuscire a mangiare il sushi senza usare le bacchette e senza sporcarmi le mani”.
Un altro step nel progetto narrativo, un altro modo per parlare della disabilità “libera-mente”.