C’è un’Italia da ricostruire oggi come nel 1946: il parallelismo tra le macerie lasciate dalla dittatura e dalla guerra e quelle provocate dalla pandemia è risuonato più volte mercoledì 2 giugno durante le celebrazioni della Festa della Repubblica, a Monza. In piazza Trento e Trieste il prefetto Patrizia Palmisani e i rappresentanti delle istituzioni hanno paragonato l’entusiasmo con cui 75 anni fa gli italiani hanno rifondato il Paese sui valori della libertà, della democrazia e dell’uguaglianza allo slancio necessario per rilanciare l’economia e ricucire un tessuto sociale messo a dura prova dal covid-19.
«Nell’ultimo anno – ha spiegato il prefetto – è stato necessario sacrificare la dimensione sociale. Ora, però, sembra arrivato il momento di ripartire: dobbiamo rinnovare il patto sociale stretto nel ’46, basato sull’uguaglianza e la solidarietà, su cui si regge il Paese. Le istituzioni devono affiancare e sostenere chi è in difficoltà per non lasciare indietro nessuno».
Settantacinque anni fa, ha ricordato l’assessore regionale all’Istruzione Fabrizio Sala, l’Italia iniziava a scrivere una nuova pagina all’insegna della democrazia grazie al sacrificio di molti e oggi si appresta a uscire da un anno e mezzo terribile con la stessa voglia «di rimboccarsi le maniche e recuperare il terreno perduto nonostante le difficoltà economiche e il malessere sociale» seminati dal virus. «Ricostruire non è facile – ha ammesso – richiede tempo, sacrificio e pazienza ma dobbiamo accettare la sfida come hanno fatto gli italiani 75 anni fa».
Il presidente della Provincia Luca Santambrogio ha salutato il ritorno delle celebrazioni in piazza: «Non è bello – ha commentato – festeggiare la Repubblica da soli. È un giorno che va condiviso perché ci permette di rinnovare il nostro credo nei valori della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza e del lavoro che non sono scontati e che rischiano di vacillare a causa della pandemia».
«Oggi – ha constatato il sindaco Dario Allevi – abbiamo tutti bisogno di sentirci parte di uno stesso gruppo, di condividere le sofferenze, gli sforzi e le speranze in uno slancio collettivo verso la ripartenza. Ogni giorno lavoriamo come istituzioni per costruire una rete di relazioni in grado di non lasciare indietro nessuno». Gli enti locali, ha assicurato, faranno la loro parte nella gestione dei fondi del Pnrr ma potranno riuscirci solo se il Governo snellirà le procedure e velocizzerà i tempi della burocrazia.