Lambro e allagamenti: giù le traverse per la sicurezza di Monza

L’Agenzia per il fiume Po pronta a iniziare gli interventi per ridurre i rischi nel tratto urbano del fiume Lambro a Monza.
Monza: Oasi Legambiente a piazza Castello
Monza: Oasi Legambiente a piazza Castello Fabrizio Radaelli

Il punto sta nell’eliminare gli ostacoli che, in caso di piene dovute a fenomeni meteorologici estremi, potrebbero ostruire il deflusso delle acque. Intervenire sui ponti che scavalcano il corso cittadino del Lambro non è possibile: un po’ per i costi, «elevati», e un po’ per via di un’effettiva «impossibilità tecnica» che comporterebbe un’alterazione eccessiva delle quote stradali.
E allora non resta che guardare in basso e concentrare le riflessioni sul letto del fiume: potrebbe essere abbassato, così da aumentarne la portata massima. È attualmente in corso di valutazione da parte della Soprintendenza un nuovo tassello del progetto di messa in sicurezza del tratto monzese del Lambro messo a punto da Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po: lo spiega l’ingegnere Marco La Veglia, dirigente dell’Agenzia per la Lombardia occidentale.

Lambro e allagamenti: le traverse storiche, quella dell’Oasi di Legambiente

Per farlo l’intenzione è quella di rimuovere, almeno parzialmente, le traverse storiche che scandiscono il suo corso e che sono state realizzate in passato per alimentare derivazioni a scopo manifatturiero o irriguo. Intervenire su tutte e quattro in un colpo solo non è possibile. L’attenzione dei tecnici in questo momento si sta concentrando sulla traversa presente all’interno dell’oasi gestita da Legambiente (la “T3”) di fatto riducendone le sue dimensioni, così da iniziare almeno a risolvere «il nodo idraulico» che si trova proprio lì, nel cuore del centro storico, alla confluenza tra Lambro e Lambretto.

Lambro e allagamenti: abbassare la traversa di un metro e mezzo e assottigliarla

Si tratterebbe, in particolare, di abbassare la traversa di un metro e mezzo e di assottigliarla in larghezza per 16 metri (dai 35 attuali ai 19), risanandone le parti rimanenti anche attraverso un intervento di consolidamento strutturale. Si procederebbe poi con «la rimozione della passerella pedonale di collegamento all’isola» situata a valle della traversa e, ancora, con la rimozione del materiale depositato alle spalle di T3 e la «riprofilatura» dell’alveo nel tratto compreso tra il ponte della ferrovia e la confluenza con il Lambretto (sempre lungo quel tratto poi si sistemerebbero anche le sponde).
Una catena di interventi dal valore netto di 945mila euro, che lieviterebbe fino a 1,5 milioni considerando anche le spese accessorie (dall’iva agli incarichi professionali fino agli imprevisti), da realizzare con risorse messe a disposizione da Regione Lombardia.

«La sistemazione globale del tratto cittadino del Lambro – prosegue La Veglia – si attesta invece sui 5 milioni circa di euro»: ulteriori interventi anche sulla traversa all’altezza delle Grazie Vecchie e di via Cantore (“T1”), di San Gerardino (“T2”) e di San Lorenzo (“T4”) consentirebbero al fiume di raddoppiare abbondantemente la sua portata, passando «da un minimo attuale di 73 metri cubi d’acqua al secondo» a un massimo di «160 metri cubi al secondo».

Lambro e allagamenti: i tempi del programma

Se l’iter di approvazione non dovesse incontrare ostacoli, considerati tutti i tempi tecnici e burocratici del caso, si potrebbe arrivare alla pubblicazione della gara d’appalto riguardante gli interventi in agenda nella traversa T3 entro la fine dell’anno: il condizionale è più che mai d’obbligo, ma rappresenterebbe un deciso avanzamento del progetto che, a partire dal 2016 (la fattibilità tecnico-economica risale al giugno 2015) ha già portato alla realizzazione di diversi interventi di mitigazione del rischio idraulico lungo il tratto del fiume che scorre entro i confini della città – in particolare, tra gli altri, sono state rafforzati argini e sponde nei pressi del santuario delle Grazie vecchie, di via Cantore e lungo spalto Piodo e, ancora, è stato posizionato un nuovo cancello a tenuta all’imbocco della rampa di accesso al fiume da via Santa Maddalena.