«Ho amato ogni giorno di questo lavoro, ormai i miei figli lo chiamano Gerry e già si preoccupano di quando non sarà più nel mio laboratorio. Andremo a trovarlo spesso».
Matteo Gandini, lo scultore che da quattro mesi sta lavorando per ricostruire una copia della statua di san Gerardo andata distrutta nella piena del Lambro dello scorso anno, è giunto ormai alla fine del suo intervento. Dopo quasi 300 ore di lavoro la statua è terminata.
«Il lavoro si scultura è finito – spiega l’artista -. Ho levigato tutto il vestito per dargli un aspetto più fluido, lasciato mani e volto finiti a lama per conservare espressività e vitalità». Ora resta da ultimare la pittura. «Cercherò di basarmi sui colori originali per non stravolgerne l’aspetto».
Quello che è cambiato è lo sguardo del santo monzese, che l’artista è riuscito a rendere più vivo. «Ho provato a dare alla statua un aspetto e un’espressione più realistici, scostandomi dallo stile manierista dell’originale. Lo sguardo era come perso nel vuoto, il “nuovo” san Gerardo ha un’espressione più viva, più moderna».
L’opera dovrebbe essere ultimata per la fine del mese di ottobre, al più tardi nei primi giorni di novembre. Poi Gandini lascerà il suo laboratorio di Missaglia per tornare a Monza dove restituirà la statua originale, deturpata dalla furia del fiume, insieme alla copia che, se la tradizione verrà rispettata anche il prossimo anno, verrà posta nel Lambro il 6 giugno, nel giorno della festa del patrono.
L’originale era stato ricavato da un unico tronco poi scavato per alleggerirlo ma soprattutto per non provocare nel tempo fratture causate dal rigonfiamento del legno. La copia è stata realizzata assemblando tavole di cedro, e poi anche questa scavata per renderla meno pesante. Oggi il “nuovo” san Gerardo pesa all’incirca 50 chili.
Mancano ancora quei dettagli tanto cari ai monzesi: il bastone, il cestino intrecciato nel quale venivano adagiati ogni anno una bottiglia di vino, una pagnotta di pane e, ovviamente, le ciliegie. «Non ho ancora avuto indicazioni ufficiali dal duomo di Monza per procedere alla realizzazione di questi dettagli, nel caso provvederò a completarli il prima possibile».
Dallo scorso giugno Gandini si sta dedicando alla replica della statua del patrono. «In tutto questo tempo in cui sono stato faccia a faccia con lui ne sono diventato a mio modo devoto – continua -. Per poterlo meglio rappresentare ho dovuto documentarmi non solo sulla vita di san Gerardo ma anche sul periodo storico in cui è vissuto».
Ad entusiasmare maggiormente lo scultore è stata soprattutto la realizzazione del volto e la precisione del panneggio. «Un lavoro complicato di grande pazienza ma che mi ha dato moltissima soddisfazione. In alcuni casi ho dovuto affidarmi al mio intuito dal momento che la documentazione fotografica a mia disposizione non era sufficientemente esaustiva. Anche l’arciprete, monsignor Silvano Provasi, si è già mostrato soddisfatto di questa nuova copia di san Gerardo dei Tintori».