Giorno della Memoria 2025: a Desio la pietra per don Mauro Bonzi, rettore del Pio XI

Dedicata a don Mauro Bonzi la pietra d’inciampo posata domenica a Desio in via Due Palme in occasione del Giorno della memoria.
Desio don Mauro Bonzi, primo a sinistra
Desio don Mauro Bonzi, primo a sinistra

Dedicata a don Mauro Bonzi la pietra d’inciampo posata domenica a Desio in via Due Palme in occasione del Giorno della memoria.

Giorno della Memoria 2025: a Desio la pietra per don Mauro Bonzi, chi era nel racconto dello storico Brioschi

La storia di questo sacerdote eroe che fu rettore del Collegio arcivescovile Pio XI è raccontata dallo storico desiano Massimo Brioschi e dal Comitato Pietre d’inciampo.
Era l’8 settembre del 1943, a Desio, e nel deposito abbandonato del regio esercito erano presenti numerose armi. Furono raccolte per iniziativa di alcuni cittadini e consegnate al prevosto Giovanni Bandera, il quale, consegnata una piccola parte del materiale bellico alle autorità, fece nascondere il materiale sotto il palco del teatro dell’oratorio maschile (il Collegio arcivescovile Pio XI) per evitare di consegnarlo alle forze d’occupazione naziste.

Giorno della Memoria 2025: a Desio la pietra per don Mauro Bonzi, le armi nascoste al Collegio e il trasferimento a Dachau

La sistemazione era sicura anche perché il locale del teatro non era agibile in quanto era stato affittato alla Rinascente di Milano che aveva messo lì i propri prodotti per metterli al riparo dalle incursioni aeree alleate. Quando la voce della presenza delle armi arrivò alle orecchie dei nazisti fu ordinata un’ispezione. Monsignor Bandera, prima che i tedeschi si presentassero in oratorio, fece caricare in fretta le armi su alcune ambulanze che partirono per la montagna per consegnare armi e munizioni ai partigiani. I tedeschi minacciavano ritorsioni sul Collegio.
Il 29 aprile 1944 vi fu una minuziosa ispezione al suo interno, con il rinvenimento delle armi. Don Bonzi, rettore del Collegio arcivescovile Pio XI non rivelò nulla; si assunse tutta la responsabilità, nell’intento di preservare il più possibile il Collegio da ogni forma di ritorsione e proteggere coloro che materialmente collaboravano con i partigiani. Confessò in carcere esclusivamente di aver saputo delle armi e di aver nascosto nel Collegio elementi della Resistenza. Venne scarcerato a giugno e nuovamente arrestato ad agosto. Non si conoscono gli atti di accusa del secondo arresto e non ci fu mai un processo a suo carico: furono le SS a decidere. Il 7 ottobre venne trasferito sui carri bestiame a Dachau. Imprigionato nella baracca destinata ai prelati, contrasse la tubercolosi. Il 29 aprile 1945 il campo fu liberato dagli americani. Fuggì e, con altri religiosi, riuscì a raggiungere casa dopo quasi un mese di peregrinazioni attraverso le Alpi. Morì a Desio il 29 aprile del 1947 a causa della tubercolosi contratta in prigionia.

Giorno della Memoria 2025: a Desio anche lo spettacolo teatrale su Gino Bartali

Venerdì 31 gennaio, sempre nel calendario degli appuntamenti del Giorno della memoria, allo Spazio Stendhal di Desio va in scena “Bartali dalla parte giusta”, uno spettacolo che ripercorre la figura del grande ciclista Gino Bartali, nominato Giusto tra le nazioni, simbolo di resistenza e solidarietà.