Giorno della Memoria 2025: Aned scioglie i nodi su Enrico Bracesco, «una storia che non è mai terminata»

Aned ha messo ordine nelle ultime settimane di vita di Enrico Bracesco, uno dei personaggi più noti della resistenza monzese e brianzola.
Monza Milena Bracesco - foto Radaelli
Monza Milena Bracesco – foto Radaelli

«Senza i più recenti studi dell’equipe di ricercatori che collabora con Aned non avrei mai saputo che mio papà, trasferito ad Hartheim ai primi di agosto 1944, è mancato pochi giorni dopo il suo arrivo nel castello degli orrori», sede di uno dei campi di sterminio dell’Aktion T4, il programma nazista che prevedeva l’eliminazione delle persone affette da disabilità fisiche o mentali o inabili al lavoro.

Giorno della Memoria 2025: Aned scioglie i nodi su Enrico Bracesco, il racconto della figlia Milena

Milena Bracesco, figlia di Enrico, uno dei personaggi più noti della resistenza monzese e brianzola, oggi può finalmente mettere ordine tra le ultime settimane di vita del padre. «Abbiamo sempre saputo che papà era riuscito a sopravvivere ad Hartheim per diversi mesi, fino all’8 dicembre di quell’anno. Ora però i ricercatori hanno stabilito che il castello austriaco», che si trova poco lontano dalla città di Linz, «in quel periodo era già stato smantellato e che, anzi, di lì a poco sarebbe tornato a ospitare, come nulla fosse, la comunità di suore che i nazisti aveva cacciato durante l’occupazione».

Monza Enrico Bracesco foto di famiglia Milena Bracesco
Monza Enrico Bracesco foto di famiglia Milena Bracesco

Dalla notizia Milena Bracesco, vicepresidente di Aned Monza – Sesto San Giovanni e vicepresidente del consiglio direttivo del Comitato per le pietre d’inciampo di Monza e Brianza, è stata «tanto profondamente scossa quanto sollevata: almeno ora so che papà ha sofferto per qualche mese di meno. E chissà quanti sono ancora gli aspetti da approfondire, i dettagli da ricostruire, le dinamiche da accertare riguardo le vite di centinaia e centinaia di persone che non hanno fatto più ritorno a casa. Non conta siano trascorsi ormai ottant’anni da quei fatti: questa è una storia che non è mai finita».

Giorno della Memoria 2025: Aned scioglie i nodi su Enrico Bracesco, «il ricordo va celebrato»

Le attività di studio e di ricerca sono fondamentali proprio come quelle dedicate alla memoria, al ricordo e alla testimonianza: dice Bracesco, una vita trascorsa a parlare di questi fatti nelle piazze e nelle scuole, che la ricorrenza tonda degli ottant’anni dalla Liberazione e dalla fine della seconda guerra mondiale di questo 2025 «va celebrata se possibile con attenzione ancora maggiore rispetto al passato: si tratta di una tappa importante della storia della nostra Repubblica, che cade in un periodo storico piuttosto preoccupante. Stiamo assistendo al risveglio di dinamiche che fanno paura. Le nuove generazioni fanno fatica a immedesimarsi nei valori dei ragazzi di ottant’anni fa. Certo: la società è cambiata, il mondo è cambiato. Ma io credo che, nonostante tutto, i valori di libertà e di giustizia sociale siano intramontabili, ed è questo che cerco di spiegare ai nostri ragazzi, sia quando vado nelle loro classi, sia quando vengono in visita al Bosco della memoria» di via Messa.