È targato Monza il” Padiglione Italia” allestito il primo maggio, in occasione di Expo, all’interno del carcere milanese di San Vittore. Una esposizione alla quale partecipano una serie di cooperative sociali che agiscono nei penitenziari lombardi e in quelli di altre regioni d’Italia, che colgono l’occasione della grande kermesse mondiale sul cibo, per mettere in mostra anche i loro prodotti.
L’allestimento, infatti, è stato curato dall’architetto Giuseppe Padovani, dell’associazione di promozione sociale “Avanguardia” di Verona, che ha collaborato con la “Falegnameria Legnamée” della cooperativa sociale 2000 (di Monza), a sua volta inglobata nel Consorzio Ex.it, che ha come punto di riferimento don Antonio Mazzi. Si tratta della falegnameria che è attiva all’interno della casa circondariale di via Sanquirico e che, questa volta, ha predisposto gli stand che verranno occupati dalle coop che hanno aderito all’iniziativa. L’architetto Padovani, il progettista, solitamente lavora recuperando legni molto particolari, come i pali della laguna di Venezia o delle barriques, le piccole botti che vengono usate per conservare il vino. Un’opera alla quale hanno partecipato, infine, Lo Studiolaivalenti di Milano, che si è occupato del verde, e un’azienda vicentina, che ha curato l’illuminazione. L’Expo, insomma, diventa anche una occasione per dare risalto anche alle attività economiche che vengono svolte con manodopera.
Lo speciale “Padiglione Italia” di San Vittore ospiterà 21 cooperative, tra le quali ci saranno anche due sodalizi monzesi. Oltre alla Falegnameria Legnamée, ci sarà anche la Verde Grano sas, che si occupa di prodotti da forno e pasta fresca: un’altra attività che ha preso in piede nel carcere di Monza, dove è stato allestito un laboratorio proprio per preparare la pasta fresca. I prodotti esposti sono per la quasi totalità alimentari: dalle uova di quaglia della coop Nibai di Milano ai prodotti dolciari della “Dolci in Libertà” di Busto Arsizio. E poi ancora biscotti, caffè e marmellate. Ci sono diverse cooperative lombarde attive, oltre a Monza, nelle carceri di Milano, Opera e Bollate. Ma c’è chi viene da Venezia, da Torino e anche dal Sud: Napoli, Pescara, Ragusa e Catania.
Un “Padiglione Italia” come si deve, quindi, con provenienze da diverse regioni dello Stivale. “Pensando Expositivo”, questo il nome dell’iniziativa, è aperta anche alla partecipazione di persone esterne al carcere. Tra l’altro, ai detenuti di San Vittore, come a quelli di altre carceri, verrà data la possibilità di assistere, in collegamento diretto con il Teatro della Scala, all’opera lirica Turandot, in scena proprio per celebrare l’avvio dell’esposizione universale. «È un’occasione importante -dice Daniela Taneggi, responsabile marketing della cooperativa sociale 2000- per dare visibilità all’economia penitenziaria, che è la strada per abbassare la recidiva e dare opportunità di nuove prospettive alle persone».