È con una stringata nota ufficiale, datata mercoledì, che Poste Italiane prende posizione sul caso della presunta truffa architettata dalla besanese Tiziana Pirola, fino a dicembre dipendente dell’ufficio postale di via General Cantore, ai danni di decine di parenti, amici e conoscenti, che di lei si fidavano tanto da consegnarle cifre ingenti da investire, con la promessa di facili guadagni di fatto mai arrivati.
«A seguito di alcune irregolarità riscontrate presso l’ufficio postale di via General Cantore a Carate Brianza, – così nel testo dell’ufficio comunicazione regionale – Poste Italiane ha dato corso ad una serie di accertamenti finalizzati a verificare ammanchi di denaro ai danni di alcuni clienti dell’ufficio. Sono attualmente in corso le indagini da parte dell’autorità giudiziaria per appurare i fatti e le responsabilità dell’accaduto». Quindi la precisazione: «Si informa infine che Tiziana Pirola non fa più parte dell’organico aziendale».
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Una nota stringata, che non ribatte alle dichiarazioni fatte davanti alle telecamere di “Mi manda Rai3” settimana scorsa, da quattro dei diciannove correntisti che si sono rivolti all’avvocato Debora Piazza. I primi sospetti sul comportamento della cinquantasettenne di Villa Raverio che, per dimostrare ad amici e parenti che i soldi che le venivano affidati erano in buone mani, utilizzava moduli di adesione con carta intestata delle Poste e timbri veri, e inviava mail direttamente dall’ufficio, sono del maggio 2015. «E allora perchè Poste italiane non ha vigilato sui movimenti di Tiziana Pirola. E ora, che intenzioni ha? Rimborserà i miei assistiti, oppure no?». Collegata dal suo studio di Milano, l’avvocato Piazza ha incalzato così Romolo Giacani, l’uomo che Poste settimana scorsa ha inviato nello studio della trasmissione Rai di Salvo Sottile per rappresentare l’azienda. I correntisti dell’avvocato Piazza avrebbero consegnato alla besanese oltre 500mila euro.
«E questo – così il legale – è solo il danno patrimoniale, non quello morale. Stiamo parlando dei risparmi di una vita». Piazza ha raccontato che «il 19 maggio 2015 alcuni dei miei clienti ebbero un incontro nell’ufficio postale di Carate visti i movimenti strani sul conto corrente della signora Pirola. Perché Poste non è intervenuta subito per vigilare su questa situazione ed ha lasciato lavorare la signora per oltre un anno, permettendole di continuare a fare investimenti con i soldi di altre persone?». E ancora: «Il 19 gennaio abbiamo scritto a Poste chiedendo spiegazioni. Siamo ancora in attesa di una risposta».