Coronavirus, concluso il progetto di screening Monza consapevole: 3mila test, «nessun focolaio»

Il progetto Monza Consapevole di screening di titolari e dipendenti delle microimprese delle città: 3mila test, 5% positivi agli anticorpi, nessuno positivo al tampone.
Monza: test progetto Monza consapevole alla Candy Arena
Monza: test progetto Monza consapevole alla Candy Arena Fabrizio Radaelli

Sono 3.000 i test realizzati alla Candy Arena per il progetto “Monza Consapevole” e solo il 5% delle persone che si sono sottoposte all’esame sierologico hanno dimostrato di avere gli anticorpi: nessuno invece al tampone. Ed è una buona notizia.

Chiude così il progetto “Monza consapevole” annunciato nelle scorse settimane dal Comune insieme alla famiglia Fumagalli e a Lucio Rovati, presidente di Rottapharm Biotech.

“Dal 24 giugno – ricorda il Comune – il progetto ha permesso per poco meno di tre settimane di effettuare all’Arena di Monza i test sierologici quantitativi contestualmente all’esecuzione di un tampone per verificare la presenza di anticorpi legati al Covid-19 e un’eventuale infezione in atto nei cittadini di diverse categorie produttive della comunità di Monza”.

Un progetto annunciato come unico nel panorama italiano e che ha permesso da un lato di verificare quanto più possibile la diffusione della malattia nel territorio cittadino, dall’altra di mettere in sicurezza molti ambiti di lavoro.

Coronavirus, concluso il progetto di screening Monza consapevole: 3mila test, «nessun focolaio»
Monza: test progetto Monza consapevole alla Candy Arena

«Siamo riusciti a mettere in campo un progetto che, per la prima volta, ha previsto test sierologico e tampone nello stesso momento – ha dichiarato il sindaco Dario Allevi – Eravamo partiti con aspettative altissime che, alla fine, sono state superate dalla realtà dei fatti. Lo dimostrano le tante mail di apprezzamento che ho ricevuto, fatto non scontato, e per questo il mio primo ringraziamento va alle due famiglie che ci hanno creduto fin dal primo giorno e hanno finanziato il progetto con importanti risorse affinché un’ampia fetta del sistema produttivo monzese potesse sottoporsi a questi esami. È l’ennesima prova di quanto questo territorio sappia giocare di squadra».
Tutto questo nonostante a quota prefissata – più un limite di disponibilità che un obiettivo – sia stato quasi dimezzato: erano possibili 8mila test.

“Lo screening si è concluso con numeri importanti, che daranno la possibilità di sviluppare nel prossimo futuro anche la significativa ricerca scientifica già prevista all’origine del progetto”, scrive il Comune, sottolineando un dato ribadito da Lucio Rovati: «Abbiamo riscontrato una positività agli anticorpi contro il virus circa nel 5% del campione coinvolto: è un dato in linea con le attese, che testimonia il successo delle misure di contenimento. Molto importante è il fatto che nessuno sia risultato positivo al tampone, che ha escluso focolai in atto in un’ampia fetta della realtà produttiva della città», conclude Rovati.

«Molti di coloro che sono positivi agli anticorpi hanno titoli, o concentrazioni, significativi e verrà segnalato loro che, se lo vorranno, potrebbero rivolgersi alle strutture dell’Avis per il prelievo del plasma cosiddetto iperimmune, che si ritiene essere un buon presidio terapeutico contro la malattia causata dal virus», ha concluso Aldo Fumagalli.

Ora i passi successivi, a partire dall’analisi del rapporto tra sintomatologia in questa seconda fase del virus e gli anticorpi, un progetto che sarà portato avanti con l’università Milano Bicccoca dove, negli ultimi mesi, è stato organizzato un importante archivio dei dati sul nuovo coronavirus.

«Nei prossimi mesi andranno osservati gli anticorpi nei soggetti positivi – ha aggiunto Beppe Fumagalli – Sarebbe un tassello importante da aggiungere nelle conoscenze scientifiche circa la durata della risposta immunitaria dell’organismo. Inoltre, la ricerca conferma che a Monza il contagio è stato efficacemente limitato, più che in altri capoluoghi della Lombardia, e questa è la miglior premessa per la ripartenza delle attività economiche e commerciali della nostra città».

Il progetto, ricorda il Comune, è stato rivolto prioritariamente ai titolari e ai dipendenti delle microimprese della città, ai commercianti e agli artigiani, oltre che alle cassiere dei supermercati, alle educatrici degli asili nido, ai volontari della protezione civile e di altre associazioni attive nel periodo del lockdown. I test eseguiti al palazzetto dello sport sono stati analizzati dai laboratori di Synlab.