Cavenago: pena dimezzata per l’indagato della soffitta degli orrori

Il giudice ha ridotto la pena a 3 anni e 4 mesi al giovane cavenaghese accusato di presunte violenze su alcune ragazze nella soffitta della nonna a Monza.
Monza Tribunale
Il tribunale di Monza Fabrizio Radaelli

È stata dimezzata in appello la condanna al cavenaghese condannato in primo grado a 7 anni e quattro mesi (e il divieto di avvicinamento a meno di 300 metri, con qualsiasi mezzo, anche telematico, alle due presunte vittime) per violenza sessuale nei confronti di minori. Il giudice ha ritenuto di dover ridurre la condanna a 3 anni e quattro mesi.
Le due vittime che avevano presentato la denuncia, una delle quali si era costituita parte civile (difesa dall’avvocato Paolo Pozzi, e aveva già ottenuto una provvisionale di 30mila euro). I fatti risalgono al 2017 e 2018, (ma già nel 2015 l’uomo aveva evitato un procedimento penale, sempre per violenza sessuale, ai danni di una diciassettenne, la cui denuncia era stata archiviata per mancanza di prove).

Cavenago: pena dimezzata e i fatti

Il cavenaghese, allora poco più che ventenne, si presentava alle giovani in modo accattivante e gioviale. Una volta conquistata la loro fiducia le invitava in un appartamento, a Monza, di proprietà della nonna, per parlare della loro situazione sentimentale. Ma era nel solaio che conduceva le ragazze, un solaio definito poi la “soffitta degli orrori”, con un divano e una teca con dentro un’iguana e con la presenza di attrezzi sportivi e da lavoro, come hanno poi raccontato le vittime stesse.
Nell’ordinanza cautelare, dove l’indagato veniva definito “aguzzino seriale”, c’erano i racconti di altre ragazze: una che aveva ricevuto lo stesso invito ma non aveva accettato perché non le era piaciuto il tono con cui aveva portato avanti la chat con lei, ed un’altra che aveva dichiarato che la violenza non era stata portata a termine per la decisa e forte reazione che aveva avuto la ragazza stessa.