Un delitto di mafia (con possibile movente passionale), concepito a Genova, “autorizzato” dalla malavita di Riesi (Caltanissetta), ed eseguito sei anni fa in un garage di Muggiò, non lontano dal cimitero, dove Astrit Lamaj, classe 1971, è stato colpito più volte in testa, e poi strangolato con un filo di nylon. La svolta sull’indagine relativa all’omicidio del pregiudicato albanese, i cui resti sono stati trovati lo scorso gennaio in un pozzo sotto il muro della dependance di Villa degli Occhi, dimora di prestigio di Senago, è arrivata nei giorni scorsi con l’esecuzione di quattro fermi avvenuti nell’ambito dell’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Monza, coordinati dal pm Rosario Ferracane con accuse di omicidio, soppressione e distruzione di cadavere.
I provvedimenti sono stati emessi dalle procure di Monza e Caltanissetta, e sono stati eseguiti a Muggiò, Enna e Genova. A Muggiò sono state arrestate due persone, entrambe di Riesi, che avrebbero materialmente preso parte all’omicidio, nell’ambito di un’inchiesta che vede coinvolte in tutto 8 persone iscritte nel registro degli indagati.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri di Monza e Caltanissetta, sulla base delle dichiarazioni fatte da un pentito ai magistrati della procura distrettuale di Caltanissetta, la mandante del delitto è una donna, anche lei di Riesi, ma da anni residente a Genova, dove conduceva un’attività di commercio di preziosi, attraverso un negozio di Compro Oro nel capoluogo ligure. La donna ha 64 anni, e nonostante la differenza di età con la vittima, aveva avuto con quest’ultima una relazione sentimentale. Quando l’albanese ha deciso di porre fine al rapporto, sarebbe scattato il piano di vendetta della donna. La punizione sarebbe scattata non solo per la decisione di troncare la relazione, ma anche perchè l’albanese le avrebbe rubato dei gioielli.
A quel punto, la 64enne si sarebbe rivolta ai suoi “compaesani”, come hanno specificato i carabinieri pubblicamente, facendo intendere che è stata chiesta un’autorizzazione a procedere alla cosca mafiosa di Riesi, paese dove storicamente comanda la famiglia Cammarata, e già teatro di una sangiunosa guerra tra Cosa Nostra e la Stidda (altra organizzazione mafiosa siciliana). Il pretesto utilizzato per attirare Lamaj a Muggiò, è stato quello di un appuntamento per una partita di droga, visto che la vittima era invischiata nel traffico di stupefacenti. Il corpo è stato poi trasportato su una prima macchina, poi trasferito su una seconda vettura e calato nel pozzo di Senago, dove all’epoca c’erano lavori di ristrutturazione, visto che due dei presunti assassini (i muggioresi) lavoravano lì come muratori. .